Il male primario della Calabria è il silenzio?”
Queste le due domande di fondo che animeranno, sabato prossimo, 28 marzo, a Siderno (Salotto letterario Calliope, Libreria Mondadori - Centro Commerciale La Gru – Stat. 106 Jonica) la presentazione del romanzo “ius sanguinis - rabbia, impotenza e speranza nella punta dello stivale”.
L’evento (che inizierà alle ore 17), organizzato dalla Fondazione Gianluca Congiusta (www.gianlucacongiusta.org) e dalla Libreria Mondadori di Siderno, si aprirà con la proiezione dei video dedicati a Gianluca Congiusta e a Federica Monteleone, nei quali le immagini dei due ragazzi calabresi saranno accompagnate dalla lettura di due brani tratti dal romanzo di Paola Bottero. A seguire Filippo Veltri, caporedattore Ansa Calabria, modererà e condurrà il dibattito sul tema del silenzio e su alcune tra le tematiche trattate dal romanzo.
Anticipa Mario Congiusta, padre di Gianluca «Il silenzio non è solo quello che ha accompagnato l’omicidio di Luca e che continua ad accompagnare alcune fasi processuali. Il silenzio è uno stato mentale che coinvolge tutti, cittadini e istituzioni. Ma non smetterò di battermi affinché giungano delle risposte concrete e definitive da parte della giustizia e delle istituzioni. A partire dalla certezza della pena: credo nella pena come mezzo di educazione sociale. Una pena destinata a restare sulla carta non serve a nulla, sa di beffa. Per questo ritengo importante ripristinare certezze sociali, democratiche e giudiziarie. A partire da una pena giusta come effetto di una condanna giusta, al termine di un processo giusto».
Il dibattito proseguirà con l’intervento di Mary Monteleone, mamma di Federica, che proprio la settimana scorsa ha dovuto rivivere la disperazione della tragedia che ha colpito la sua famiglia. Venerdì scorso, infatti, il figlio Saverio è stato ricoverato d’urgenza per un’appendicite che stava trasformandosi in peritonite. Saverio, operato a Catanzaro, è a casa da qualche giorno e sta riprendendosi dall’intervento, «ma sentimenti come la paura» confessa Mary «sono liberi, viaggiano sordi e ciechi, senza ascoltare nessuno, senza freni a mano».
Anche Fausta Ivaldi, volontaria del Centro Giovanile don Italo Calabrò (RC) e terza relatrice della serata, ha avuto modo di incontrare il silenzio fin dai primi passi nella propria ormai quarantennale esperienza nel campo dell’attivismo sociale. «Un silenzio» dice «che già allora nascondeva la trascuratezza politica e l’interesse di troppo persone a tenere questa regione lontana dal resto del Paese».
Dopo gli interventi dell’editore Franco Arcidiaco e dell’autrice Paola Bottero seguirà il dibattito con il pubblico. Un dibattito già iniziato da qualche giorno sul web, all’interno del blog che è parte integrante del sito del romanzo www.iusanguinis.net.
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