domenica 30 novembre 2008

Gastronomia calabrese

'Nduja

La 'Nduja (dal francese Andouille (Frattaglie) => Anduja) è un tipico salame calabrese morbido e particolarmente piccante.

Viene prodotta prevalentemente nella zona di Spilinga (VV), ma oggi imitazioni del prodotto suddetto, anche di qualità paragonabile, sono ormai prodotte o comunque reperibili in tutta la regione, a tal punto da essere un alimento tipicamente associato, come avviene per il peperoncino, a tutta la Calabria.

Preparata con le parti grasse del suino, con l'aggiunta del peperoncino piccante calabrese, è conservata nel budello cieco (orba), per poi essere affumicata.

Si consuma spalmandola su fette di pane abbrustolito, meglio se calde, o come soffritto per la base di un ragù o di un sugo di pomodoro, con aglio; sulla pizza, prima degli altri condimenti se cruda, oppure appena sfornata; su fettine di formaggi semi-stagionati o nelle frittate.

Gustose ricette calabresi a base di nduja di Spilinga e non solo...

Uova con nduja di Spilinga
Ingredienti: uova fresche, olio di oliva (quanto basta), nduja di Spilinga, sale.
Preparazione: In una padella si fa sciogliere un cucchiaio di nduja con olio di oliva. Successivamente si rompono le uova e si fanno friggere, si cospargono con un pizzico di sale e si gustano calde.

Polpette con nduja di Spilinga
Ingredienti per 4 persone: 1/2 Kg di carne tritata di maiale o manzo, 2 cucchiai di nduja, 4 uova, mollica di pane quanto basta, 60 g di formaggio grattugiato, 1 spicchio di aglio, un pò di prezzemolo, un pizzico di pepe nero, sale e olio per friggere.
Preparazione: In una terrina amalgamare bene la carne tritata, la nduja, il formaggio, le uova rotte, un pò di sale e pepe nero, il prezzemolo e l' aglio finemente tritati. Formare delle palline e friggere in abbondante olio. Servirle calde e gustare.

Penne con nduja di Spilinga
Ingredienti per 4 persone: 500gr di penne, 500gr polpa di pomodoro, 1 peperone rosso di medie dimensioni, 1 cipolla di Tropea, 1 bicchiere di vino bianco secco, 3 cucchiai di nduja, 120 gr di pancetta calabrese, formaggio grattugiato, olio, sale.
Preparazione: Scaldare in una padella l'olio, e saltare un po' il peperone e la pancetta tagliati a pezzetti, la cipolla tritata finemente. Aggiungere la nduja, mischiare velocemente il tutto, aggiungere il vino bianco e lasciare sfumare. Unite il pomodoro, riducendolo a pezzetti, abbassare il flusso della fiamma, e lasciare cuocere, mescolando di tanto in tanto, per dieci minuti.. Cuocere nel frattempo le penne, e scolarle al dente. Versare le penne nella padella con il sugo e saltare un pò (amalgamarle per bene) . Alla fine una bella spolverata di formaggio grattugiato e buon appetito.

Fagioli con nduja di Spilinga e cipolla di Tropea
Ingredienti per 4 persone: 600 gr di fagioli cannellini (preferibilmente locali), 400 gr di cipolla di Tropea, 300 gr di nduja di Spilinga, 120 gr di olio extra vergine di oliva, 2 pomodori maturi, 2 peperoni rossi (medie dimensioni), sale e aglio.

Preparazione: Cuocere lentamente i fagioli, in una pentola, insieme ai 2 peperoni, (in Calabria si usa "la pignata vicinu o caminettu" ma il processo è diverso), mettere l' olio e la cipolla tagliata a pezzi in una padella e farla rosolare per 4 - 5 minuti. Aggiungere poi la nduja, facendola sciogliere rimestando, con i pomodori tagliati a pezzetti, dopo 5 minuti anche i fagioli con 2 cl. circa di acqua di cottura della pentola, salare a piacere e cuocere il tutto per 15 - 16 minuti.
Servire con fette di pane abbrustolite e strofinate, ancora calde, con spicchi d' aglio.

LA SAGRA DELLA 'NDUJA

La Sagra della nduja è una manifestazione di carattere gastronomico, folkloristico, culturale, diventata ormai un evento abituale del mese di Agosto per tutta la gente di Spilinga e per i numerosi turisti che vengono a soggiornare nei dintorni di Tropea e Capo Vaticano. Questa manifestazione risale al 1975, infatti la sagra della nduja è stata la prima manifestazione gastronomica, folkloristica, culturale, di tutta la Regione Calabria e non solo.
Grazie a questo prodotto tipico locale, conosciuto oltre che in Italia anche all' estero, il paese di Spilinga è diventato famoso in varie parti del mondo. La nduja è un insaccato a base di peperoncino piccante e carne di maiale preparato artigianalmente nei mesi invernali quando è di consuetudine per gli spilingesi macellare il maiale. A Spilinga, l' espressione "fari u porcu" significa assicurarsi provviste per tutto l' anno, come conferma un detto popolare: "Cu si marita è cuntentu nu jornu, cu ammazza u porcu è cuntentu tuttu l' annu". Tradotto significa: "Chi si sposa è contento un solo giorno, chi uccide il maiale è contento tutto l' anno". Niente del maiale viene scartato, dalla testa alla coda, dall' esterno all' interno, le varie combinazioni di carne suina con erbe aromatiche, forniscono assaggi gustosi con sfumature assai diverse.
La gente di Spilinga vive quest' occasione con entusiasmo e con la voglia di offrire ai tanti visitatori l' accoglienza e la genuinità dei vari prodotti tipici locali a base di nduja. I vari stand presenti sul Corso Garibaldi, offrono pietanze preparate con la nduja: spaghetti, fagioli, nduja e cipolla, bruschette, polpette, verdure, panini e altre bontà preparate in casa. Durante la giornata sono previste numerose attrattive, legate, oltre alla gastronomia, al folklore e alle tradizioni.
Nel corso della mattinata e del pomeriggio per le strade di Spilinga si esibiranno i tradizionali “Giganti” di cartapesta. Si proseguirà con i tanti giochi popolari: a pignata, a gara di sacchi, ecc. ecc. In serata, dalle ore 20:30 in poi la degustazione gratuita della ‘Nduja nel centro della cittadina, dove si terrà un continuo e allegro spettacolo musicale in piazza San Michele fino a tarda notte,, con animazione e interviste agli ospiti e ai semplici visitatori.
A chiudere l'evento sarà come da tradizione, al ritmo di "tarantella calabrese", il "Camejuzzu i focu" storica rappresentazione delle battaglie di questo popolo contro le invasioni dei pirati saraceni (il cammello di bambù, posto sulle spalle di una persona, loro simbolo, si incendierà....tra i fuochi d'artificio fino alla totale distruzione). Inoltre, non mancheranno i fuochi d' artificio, tradizione presente nelle tante sagre in Calabria.


sabato 22 novembre 2008

Poesie di un emigrante...

L'ùominu russu

[...]
Rote de focu l'uocchi sgargellati
e luonghi e niuri i capilli lanuti
had'illu, cumu chilli dei dannati;

Fussiru 'mberu janchi, matingiuti
si l'ha ccu''na pumata, e dd''u muscune
sue li pili sû tutti 'ncatramati;

È d'atizza quant Napuleone
ma cchiù valente assai pue ppe' bravura...
ca nun ce stadi nullu a paragune
ccu' ll'uomu russu de Dicollatura.

Ppe' lli strapazzi 'n guerra e mo''mbecchiatu,
camina conoscinùtu ed ja lla tussa;
ma 'ncore porta la cammisa russa
ccu' tuttu ch'èdi viecchiu e sguallaratu.

[...]

Chist'è llu cuntu, mio letture caru,
de l'Uomo Russu, chi allu Maciarrone
passàndi all'arte de tamburrinaru;

Capu-tamburru e spia sutta Borbone
'stu Cavalieri d''a trista figura,
) chi ppe' giganti pigliava lle cone )
Avìa coraggiu assai... ma d''a pagura
a chill'accuntu 'un le trasìa 'na 'nzita...
e ppe' chilli cacacchi ch'eppe allura
se had'illu abbreviatu la sua vita.

È ffigliu de Dio marte e dde' 'na fata
ed è natu 'ntra i faghi 'e Riventinu
'stu cicropune, 'stu garibardinu
chi tutta la Calabria had'unurata;

De picciulu mustarva gran curaggiu
e jiadi sulu a caccia di li lupi
dintra li vùoschi,supra li dirrùpi;
a dece anni struggiu llu brigantaggiu.

Le sannu i viecchi de lu Praticiellu
tutte le sue prudizze de quatraru
ca si nde parri ccu' 'nu pecuraru
lestu lestu se caccia lu cappiellu.

Comu quandu ca tuni ventumatu
cce hai l'Uorcu, o lu magaru cchìu putente,
pperchì, letturi mie', de ccà le gente
bona e mala lu crìderi 'n fatatu.

[...]
Già ppe' cuntare tutt''a groliusa
sua storia chi mo' affrigge e mo' cunsùla,
cce vòradi la pinna de Padula
e lla sua fantasia meravigliusa;

Cà Cicciu Stuoccu nu valìa nu sordu,
e Nicotera nente 'n facce ad illu
e ferdinande Biancu 'nu rijillu
eradi, 'm paragune 'e ddo' Lipordu.

De la Francia, li miegliu Muschettieri
illu si l'attaccassi alli stivali,
e dde l'Italia tutti i Generali
nun sû buoni a lle fare de stallieri.

Cumu rumanza se puotu cuntare
le sue patùte e nun basta 'na notte;
e tutt''e valentìe de ddon Chisciotte
ccu' lle sue, nun ce puotu mai appattare.

da Le poesie, 1987


L'uomo rosso
) [...] Ruote di fuoco gli occhi spalancati / e lunghi e neri i capelli lanosi / egli ha, come quelli dei dannati; // Se fossero davvero bianchi, ma tinti / li ha con una pomata, e del pizzetto / suo i peli sono tutti incatramati; // E' alto quanto Napoleone / ma più valido assai può per bravura... / che non resiste niente al paragone / con l'uomo rosso di Decollatura. // Per gli strapazzi i guerra adesso è invecchiato, / cammina da gobbo ed ha la tosse; / ma ancora indossa la camicia rossa / con tutto ch'è vecchio e si trascina una voluminosa ernia; // [...] Questo è il fatto, mio lettore caro, /dell'Uomo Rosso, che al Maciarrone / passò all'arte di tamburrinare; // Capo-tamburone e spia sotto il Borbone / questo cavaliere dalla triste figura, / ) che scambiava per giganti le icone [dei tabernacoli]. // Aveva molto coraggio... ma per la para / nel deterano non gli entrava una setola di porco... / e per quei terrori che ebbe allora / si è accorciata la sua vita. // È figlio di Dio Marte ed è un santone / ed e nato tra i faggi di Reventino / questo bestione, questo garibaldino / che ha onorato tutta la Calabria; // Da piccolo mostrava un gran coraggio / e andava da solo a caccia di lupi / nei boschi, sopra i precipizi; e in dieci anni distrusse il brigantaggio. // Le conoscono i vecchi del Praticello / tutte le sue prodezze di ragazzo / e se ne parli con un pecoraio / rapido rapido si toglie il cappello. // Come se tu nominassi / l'Orco, o lo stregone più potente, / perché, lettore mio, la gente di qua / buona o cattiva lo crede un predestinato. // [...] Già per raccontare tuta la gloriosa / sua storia che un po' affligge e un po' consola, / ci vorrebbe la penna di Padula / e la sua meravigliosa fantasia; // Qui Ciccio Stocco non varrebbe un soldo / e Nicotera niente al suo cospetto / e Ferdinando Bianco uno scricciolo / sarebbe, a paragone di Don Leopoldo. // I più valenti moschettieri di Francia / egli se li legherebbe agli stivali, / e tutti i generali d'Italia / non sono buoni a fargli da stallieri. / Come un romanzo si possono raccontare / le sue traversie e non basta una nottata; / e tutte le prodezze di Don Chisciotte / con le sue non si possono mai mettere a pari.

(Traduzione di Dante Maffia)




The Red Man

His wooly hair is long, black as an inkwell,
the eyes are wheels of fires splayed wide
like the eyes of the damned in deepest hell.

His hair is really white, but he has dyed it
with some kind of cream, and his pointed beard
has been smoothed down and tarred on every side.

He is of the same height as was Napoleon
but much more skilled, more able to be sure...
nothing in the world can stand comparison
with the red man from Decollatura.
The experiences of war have made him old,
he walks hunched over and can't stop his cough;
but he still wears his shirt yet red and bold
an ancient man, a hernia his payoff.

My dear reader, this is the story, in sum,
of the Red Man, who at the Maciarrone,
took up the art of rapping on the the drum;

Head-drummer and a spy under the Bourbons
this melancholy figure of a knight -
who took for giants all the sacred icons.

He had a lot of courage... but got such a fright
you couldn't push a pig's bristle up his ass,
and all the scares he got back then, alas,
made his life very short and him uptight.

He's the son of the god Mars and a fairie
born among the beech trees of Riventino
this enormous brute, this garibaldino
who honored with his deeds all of Calabria.

He showed great courage when he was a boy
and went hunting for wolves all by himself
deep in the woods or over a high cliff
at ten he hunted brigands and destroyed them.

All the old timers of Praticello heard
of his exploits and feats when just a brat
and if you talk about it with a shepherd
he's very quick to take off his hat.

Almost as if you had really mentioned
a powerful magician, or the Ogre,
because all the people here, dear reader,
both good and bad see him as predestined.

[...]

To tell the whole of his glorious story
that brings you comfort but can also sadden
you would have had to enlist Padula's pen
and his celebrated fantasy.

Here Ciccio Stocco wouldn't be worth a cent
and Nicotera less than nothing then
and Ferdinando Bianco would be a wren
if with Don Leopoldo you compare each gent.

Even the best Musketeers from France
wouldn't be worthy of polishing his boots,
and all the generals of Italy in cahoots
wouldn't be good enough to be his servants.

His adventures can be sung like a romance
and an entire night would not be enough
and all of Don Quixote's gallant stuff
could never be compared to his circumstance.


(Translated by Luigi Bonaffini)

Per la valorizzazione del nostro prezioso patrimonio

PER LA VALORIZZAZIONE DEL NOSTRO PREZIOSO PATRIMONIO

RISORSE NATURALI E GEOAMBIENTALI DELLA CALABRIA

Il convegno e gli interrogativi sulla recente autorizzazione ad una società di Vercelli di aprire una discarica di 500 mila metri cubi nel centro della regione e nel contesto di un territorio ad alto pregio geoambientale nel comune di Pianopoli della provincia di Catanzaro, richiamano all’attenzione la questione più complessiva dei rifiuti in Calabria.

In tale contesto appare evidente come la realizzazione di una discarica di dimensioni paragonabili ad una collina artificiale, alta 50 metri ed estesa dalla base alla vetta dieci mila metri quadrati, di rifiuti speciali provenienti da fuori regione assuma una rilevanza non limitata nei confini comunali.

L’idea del contesto si ottiene tenendo conto sia della realtà geoambientale e della localizzazione delle preziosissime e specifiche risorse naturali disponibili nella regione, sia dei dati agli atti della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Dati come quelli contenuti nella Relazione approvata dalla stessa Commissione nella seduta del dicembre scorso, e dove, tra l’altro, si legge: “Nei 409 Comuni calabresi sono stati censiti ben 696 siti potenzialmente inquinati di rifiuti con volumi superiori ai 250 mc.. Le discariche dotate delle opere necessarie a prevenire l'inquinamento sono appena 39 (5,6%) e il 63% delle discariche è ubicato a meno di 150 metri dai corsi d'acqua. Dati allarmanti soprattutto per il grave inquinamento del suolo e delle acque sotterranee e del concreto pericolo, sotto l'aspetto sanitario, per le comunità interessate.

Si riscontrano nella regione un elevato numero di siti utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti, spropositato rispetto alla popolazione residente - una discarica ogni 2974 abitanti - il che induce ad ipotizzare possibili coinvolgimenti, nel passato, di smaltimento di rifiuti pericolosi provenienti anche da altre regioni o dall'estero con l'inserimento della criminalità organizzata, sempre tempestiva nell'utilizzare tutte le opportunità per diversificare i propri illeciti interessi.
Le situazioni di degrado ambientale, riconducibili al disinteresse di molte delle amministrazioni locali, hanno favorito, certamente in passato, ma sussistono tuttora i rischi, le ecomafie e le attività di operatori senza scrupoli, che hanno inquinato terreni e canali con i residui delle proprie attività (settori agroalimentari, frantoi ed edilizia), come è stato ampiamente relazionato dal Corpo Regionale della Forestale e dalla Capitaneria di Porto di Gioia Tauro.”

Nella citata relazione si legge anche che “il Commissario delegato ha approvato un piano di bonifiche per le discariche, prevedendo una classificazione dei 696 siti censiti per tipologia dei rifiuti smaltiti e per pericolosità. Delle 696 discariche del piano bonifiche, redatto dalla struttura commissariale, 58 risultano attive, 636 dismesse, 17 in costruzione.”

In base al rischio sono stati classificati:37 siti a rischio marginale; 261 siti a rischio basso; 40 siti a rischio medio. I siti ad alto rischio sono aree con enormi volumi di rifiuti, costituiti da grosse discariche dismesse, per lo più a ridosso di corsi d'acqua ed a breve distanza dalle foci di fiumi e canali, con danno ambientale in atto ed elevato rischio per la salute delle popolazioni interessate. In particolare: 240 discariche sono utilizzate solo per R.S.U. (non viene esclusa però la presenza di rifiuti urbani pericolosi); 4 discariche sono costituite da rifiuti speciali pericolosi; 5 discariche sono costituite da rifiuti ingombranti; 4 discariche di inerti e materiale da demolizione. Il resto è rappresentato da discariche utilizzate per smaltire R.S.U., rifiuti ingombranti, materiale da demolizione. Due delle quattro discariche utilizzate per smaltire rifiuti speciali pericolosi sono abusive. L'amianto è molto diffuso sul territorio ed in forme non molto concentrate; i tempi per un adeguato intervento di bonifica saranno pertanto inevitabilmente lunghi e costosi.

La relazione sottolinea come non sono da trascurare i comportamenti incivili di molti abitanti che hanno disseminato sul territorio materiale di ogni tipo, soprattutto inerti ed amianto, derivanti da demolizioni e dall'attività di ristrutturazione edilizia. E che l'utilizzazione di aree non idonee alla localizzazione delle discariche, anche a ridosso di canali, torrenti o ai margini di alvei fluviali, in terreni senza recinzione ed impermeabilizzazione del sottofondo, privi di impianti di canalizzazione delle acque piovane e della raccolta del percolato, hanno provocato gravi ripercussioni sotto l'aspetto ambientale ed igienico-sanitario. Le discariche abusive si trovano soprattutto sul territorio pianeggiante, e cioè nella ristretta fascia delle pianure costiere e nelle vallate fluviali che separano le catene montuose principali.

Sempre nell’ambito dell’attività della commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti, il 20 novembre scorso, nell’audizione del commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Calabria, Giuseppe Chiaravalloti, e del responsabile unico del procedimento per l'emergenza rifiuti in Calabria, Giovan Battista Papello quest’ultimo ha dichiarato: “: “ Con riferimento ai rifiuti speciali preciso che da noi non c'è una grandissima produzione di questo tipo di rifiuti e ci sono alcuni impianti di trattamento.” Per uno di questi impianto abbiamo un problema, che stiamo affrontando con risorse regionali, nel comune di Locri, dove una vecchia fabbrica di trattamento di rifiuti speciali è fallita: siamo andati sul posto e abbiamo trovato di tutto; quindi c'è stata necessità di un intervento urgente di bonifica. Ci sono alcuni impianti per il trattamento di rifiuti speciali o discariche di categoria 2B o 2C; non c'è in Calabria una grandissima produzione. C'è stato qualche problema con alcune aziende, a volte sottoposte a misure da parte delle forze dell'ordine o delle procure, ma le notizie che abbiamo noi (che sono, però, di natura prettamente amministrativa, non avendo capacità di incidere dal punto di vista dell'indagine penale) sono abbastanza tranquillizzanti. “In generale, dai dati di cui disponiamo risulta che siamo importatori di rifiuti speciali che vengo trattati, più che produttori di rifiuti speciali che vengono esportati”.

L’inesistenza di necessità e urgenza a realizzare discariche in particolare nei territori del settore centrale della regione, viene ribadito più volte nella citata relazione del luglio 2003 dove si afferma: “Le motivazioni che inducono a ritenere ormai conclusa e non più prorogabile l'esperienza del Commissariato straordinario e dei poteri delegati per la gestione del ciclo dei rifiuti in Calabria sono riconducibili alle seguenti considerazioni: …Il sistema Calabria centro è stato già ultimato ed è in funzione”

La mancanza di necessità ed urgenza di discariche appare più evidente se la situazione calabrese è inquadrata nel contesto nazionale. Infatti, il numero di discariche censite in Italia è di 6.286:se questo numero viene diviso per il numero delle regioni si ottiene circa 315, il numero di discariche che ogni regione avrebbe se il totale fosse ripartito in parti uguali. Ma la distribuzione delle discariche, come la distribuzione di tanti altri indicatori, è a svantaggio della Calabria dove di discariche ne sono state censite 696, più del doppio della teorica ed equa ripartizione.

Va precisato che non si può fare come la Regione Veneto che ha tentato di dotarsi di una legge per impedire di far entrare rifiuti da fuori della stessa regione.

Va tuttavia considerato che i dati sulla quantità e localizzazione delle discariche non sono separabili dai fenomeni d’inquinamento delle acque ed in particolare di quelle marine. In proposito va evidenziato il rilevante aumento dei divieti di balneazione che, rispetto all’inizio di maggio, si è registrato alla fine della stagione balneare 2004. Va tenuta presente lanche a fonte degli stessi, e questo anche in considerazione del fatto che c’è sempre qualche amministratore comunale o regionale distratto che, dopo la pubblicazione del nostro rapporto sullo stato di salute del mare predisposto sulla base dell’esame dei dati ufficiali della regione si affretta a dichiarare l’inesistenza o l’irrilevanza dell’inquinamento, lasciando intendere, a qualche lettore pure distratto, che la nostra analisi dei dati di fonte regionale sia un commento a risultati di altre analisi delle acque, diverse da quelle ufficiali.

Così come va considerato che l’area dove la società di Vercelli vuole depositare una collina di rifiuti speciali oltre che ben visibile dal finestrino degli aerei che atterrano all’aeroporto di Lamezia Terme è un’area posta al centro della Calabria in un contesto geoambientale unico in tutta la catena appenninica, tra i due mari che bagnano i golfi di Sant’Eufemia e di Squillace separati dal più stretto lembo di rocce con impressi i segni che testimoniano nascita ed evoluzione di tutta la storia geologica d’Italia.

È un’area di un contesto ambientale sempre abitato dall’uomo con testimonianze archeologiche di tutte le età ed a partire dal Paleolitico: nella zona centrale del territorio di Italo che ha dato il nome a tutta la Nazione, e, secondo il prof. Armin Wolf dell’Università di Francoforte, nella zona centrale del ricco territorio dell’evoluto popolo dei Feaci descritto da Omero.

È un’area al centro della regione con la più alta disponibilità di sorgenti naturali e falde idriche con acqua potabile d’ottima qualità e tra le migliori d’Europa.

Considerare tutto ciò, la sismicità e le caratteristiche idrogeologiche dei terreni che caratterizzano l’area è doveroso ed utile per evitare interventi dannosi e favorire la valorizzazione del territorio al fine di migliorare la qualità della vita di chi ci vive. Per tal fine occorre tener conto anche delle più realistiche ed avanzate indicazioni per risolvere il problema dei rifiuti come , ad esempio, i dai dati contenuti nel Sustainable Use of Resources in Europe a cura del Coordinamento Europeo degli Amici della Terra con il Patrocinio della DG XI dell'Unione Europea; ed in particolare i dati contenuti nel “Rapporto Italia” che, tra l’altro, evidenzia come: ”L'aumento della quantità di rifiuti prodotti dalla moderna civiltà dei consumi è dovuto principalmente a metodi di produzione inefficienti e ad un abuso di energia e di materiali. Un forte impegno nella prevenzione, un elevato rendimento del recupero e del riciclaggio, l'affermarsi di un mercato dove le materie recuperate si integrino di nuovo nel ciclo produttivo sono azioni che riducono i rifiuti e, contemporaneamente, il prelievo di risorse naturali; un elemento, questo, molto importante per l'Europa e particolarmente per l'Italia, che è povera di materie prime. Il metodo dello Spazio Ambientale, che fissa precisi obiettivi per la riduzione dell'impiego di materie prime nei paesi industrializzati in periodi determinati, rappresenta uno strumento efficace per una politica di riduzione dei rifiuti, inserita in uno scenario di sviluppo sostenibile. Applicando il metodo dello Spazio Ambientale, gli Amici della Terra hanno calcolato che uno sviluppo sostenibile del sistema economico italiano comporterebbe, entro il 2010, una riduzione del fabbisogno di materiali del 25%.

Le politiche ambientali del nostro paese stentano ad integrare la gestione dei rifiuti con l'uso razionale delle risorse e con sviluppo sostenibile. Certamente, un governo settoriale può essere più agevole e meno impegnativo in termini di rispetto degli obiettivi fissati. Ma in questo modo si priva la politica dello sviluppo di elementi essenziali di innovazione di sistema e non si danno indicazioni valide per orientare in modo eco-efficiente gli investimenti.

La speranza che le iniziative più avanzate già adottate in molti altri paesi europei costringeranno l'Italia ad accodarsi, sia pure in un secondo tempo, non è consolante. Anche perché è prevedibile che, ancora per lungo tempo, occorrerà fronteggiare le emergenze, pagando un alto prezzo in termini di degrado ambientale, di costi sociali, di riduzione della qualità della vita e di perdita di competitività del sistema produttivo in uno scenario di crescente mondializzazione dei mercati.”

Ignorare tutti questi dati e continuare a fare come gli struzzi favorendo l’aumento delle discariche può portare gli stessi “struzzi di Calabria” ad infilare la testa non più nella preziosa terra della regione ma nei rifiuti speciali provenienti da fuori regione.


Geologo Mario Pileggi presidente Amici della Terra Lamezia Terme

martedì 11 novembre 2008

Ambiente nel nostro territorio

Ambiente Lo smaltimento della spazzatura del comprensorio al centro di un incontro con il fisico dell'Università "La Sapienza" Massimo Scalia

Pd diviso sulla discarica di rifiuti tossici
Reale favorevole al nuovo impianto di Pianopoli, contrari l'assessore Muraca e il presidente Petronio

Agostino Perri
Ci sarà una riunione per discutere sull'esistenza di pericoli nella discarica di località Gallù-Carratello in costruzione nel comune di Pianopoli. È l'impegno assunto dai dirigenti del Partito democratico nell'incontro sull'ambiente organizzato nella sala consiliare dell'ex comune di Sambiase.
La struttura da 500 mila metri cubi di spazzatura ha suscitato pareri divergenti nel Pd lametino, che ha considerato i dubbi sollevati da alcuni consiglieri comunali di minoranza di Pianopoli presenti all'incontro, contrari alla realizzazione dell'opera.
Tra i propensi all'impianto di raccolta dei rifiuti c'è Italo Reale (ex sub commissario per l'emergenza ambientale della Regione), tra i perplessi l'assessore comunale all'Ambiente Francesco Muraca ed il presidente dell'Asi Giuseppe Petronio. La discarica, per Reale, ha tutte le carte in regola, anche perché da pochi giorni ha ottenuto «il nuovo e definitivo visto di tutti gli organi preposti nella conferenza dei servizi». Nell'impianto, che dista 500 metri dalla superstrada dei Due Mari ed a poche centinaia di metri dal fiume Amato, saranno accolti 415 specie di rifiuti, tra cui scorie (zinco e piombo) prodotte da fabbriche metallurgiche, come quelle prodotte dalla Pertusola di Crotone su cui sta indagando la magistratura crotonese per disastro ambientale.
Alla riunione ha preso parte anche Massimo Scalia, ordinario di fisica all'Università "La Sapienza" di Roma e promotore del movimento ecologista del Pd. In sala anche la parlamentare Doris Lo Moro, i consiglieri regionali Egidio Chiarella e Franco Amendola, il sindaco Gianni Speranza ed il suo vice Giuseppe Vitale. C'erano diversi consiglieri comunali lametini ed alcuni sindaci del comprensorio, tra cui Bruno Arcuri di Carlopoli e Daniele Menniti di Falerna. Quest'ultimo è intervenuto arricchendo il dibattito sponsorizzando la «manodopera locale nella realizzazione di parchi eolici».
Il primo cittadino di Falerna è infatti il promotore di un impianto eolico da costruire in territorio comunale con l'impiego di operai del posto e per questo battezzato in modo esplicito "Non vendiamoci anche il vento". Si tratta di un progetto che servirà a produrre energia da fonte alternativa ma sarà anche utile per specializzare i lavoratori locali, inserito in graduatoria nell'apposito elenco regionale da cui attingere ai finanziamenti.
Accanto ai problemi ambientali dell'hinterland sono echeggiati i nomi di Angela Merkel, premier del governo tedesco, e gli obiettivi europei del Pacchetto clima. A tirarli in ballo Massimo Scalia nell'intervento che ha illustrato la posizione degli ecologisti del Partito democratico.
«Siamo per i traguardi fissati dall'Europa e promossi dalla "rossa" di Germania, cioè il cosiddetto "20-20-20"», ha esordito Scalia. Che ha spiegato: «Si tratta della riduzione del 20% entro il 2020 delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990, l'aumento al 20% della quota delle energie rinnovabili nel mix complessivo, e il miglioramento del 20% dell'efficienza energetica. È una sfida ambientale, economica e sociale». La strada da compiere, secondo il fisico, «è ancora lunga e ci stiamo attardando; se non ce la faremo, saremo condannati ad un degrado che non meritiamo».
In materia di produzione d'energia da fonti alternative, l'aula ha accolto con un applauso il piano attuato dal presidente dell'Asi Petronio. Il massimo responsabile dell'area di sviluppo industriale ha concesso spazi adeguati nella zona ex Sir per l'installazione di impianti fotovoltaici, dispositivi in grado di trasformare l'energia solare in elettricità.
«Per occuparsi della depurazione», ha sentenziato l'assessore Muraca, «la soluzione migliore sarebbe l'affidamento ad un unico soggetto dell'attività e dei rapporti con i comuni, dopo quanto abbiamo visto con gli Ato, gli Ambiti territoriali ottimali. Se i depuratori non hanno funzionato e si è assistito ad un rimbalzo di responsabilità», ha dichiarato l'esponente della giunta Speranza, «la causa principale ricade sulla confusione gestionale e sulla mancanza di dialogo tra gli enti municipali. Occorre poi», ha aggiunto Muraca, «puntare anche sulla formazione professionale degli operai negli impianti di depurazione».
L'incontro sull'ambiente è stata una tappa fondamentale dell'attività di organizzazione interna del Pd. «Presto avvieremo la fase di tesseramento», ha dichiarato Italo Reale, «e successivamente procederemo con l'elezione degli organismi. Compiti che hanno subìto dei ritardi per via di un confronto naturale, protrattosi più del dovuto, tra componenti culturalmente forti. Gli ambientalisti del Partito democratico sono per le preferenze nell'elezione dei componenti interni».


In sintesi
Diversitàdi vedute nel Pd sull'opportunità di creare una discarica per rifiuti speciali e tossici a Pianopoli, su un terreno non lontano dai confini comunali di Lamezia.
In località Gallù-Carratello è in costruzione da parte di privati una discarica da 500 mila metri cubi di spazzatura: scorie industriali e scarti di metallo tra le altre cose.
Favorevolealla discarica è Italo Reale, ex leader dei Verdi in Calabria ed ex assessore regionale all'Ambiente oltre che subcomissario per l'emergenza ambientale. Non condividono la struttura invece l'assessore comunale all'Ambiente Francesco Muraca e il presidente dell'Asi Giuseppe Petronio.
Nell'area ex Sirè in progetto un impianto fotovoltaico per produrre energia pulita. L'ha annunciato il presidente dell'Asi Petronio.

Fonte: Gazzetta del Sud, 2 Novembre 2008