mercoledì 24 dicembre 2008

Buon Natale e Felice Anno Nuovo


“Mi piace pensare che il Natale riesca a cancellare le incomprensioni,
l'indifferenza, la cattiveria che purtroppo caratterizzano la vita di molti,
lasciando posto ad una grande apertura di cuore”.


Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutti voi ed alle vostre famiglie.


Adelpor

giovedì 18 dicembre 2008

Adelpor - cambio grafica


Si informa che solo per il periodo Natalizio la grafica del blog subirà delle variazioni.


Adelpor

mercoledì 10 dicembre 2008

Frecciargento in quattro ore da Lamezia a Roma


Treno o aereo per Roma? Bisogna farsi bene i conti. Perchè adesso c'è Frecciargento, il nuovo treno superveloce che da Lamezia Centrale alla stazione Termini impiega 4 ore. Con costi dimezzati rispetto ad un volo Alitalia, la compagnia che dall'aeroporto lametino ha il monopolio per Fiumicino.
Il supertreno Etr 600 ieri mattina è stato presentato dai vertici regionali di Ferrovie dello Stato. Rosso e argentato, era fermo sul primo binario della stazione di Lamezia Centrale. Si stanno effettuando le tratte di collaudo, nient'altro che prove tecniche di viaggio, per sapere se davvero in 3 ore e 59 minuti s'arriva nel cuore della Capitale. Così come accade per Bari, Verona, Venezia e Genova. Come dire: Lamezia e la Calabria per una volta viene trattata come il resto d'Italia, e non da regione di serie C.
Luigi Brugnano, responsabile marketing di Trenitalia per la Calabria, è stato chiaro: il viaggio è comodo, le poltrone sono spaziose e reclinabili elettronicamente, ognuno ha il suo tavolino, una spina per attaccare il caricatore del telefonino, un Mp3 o il notebook, e c'è anche la connessione Wi-fi che senza fili fa navigare su Internet. Ed anche spazi sufficienti per i bagagli, un bar con annesso self service, e spazi adeguati per i disabili.
Il primo viaggio è fissato per domenica prossima alle 8.01 con arrivo a Termini a mezzogiorno in punto, giusto in tempo per sentire le campane della vicina Basilica di Santa Maria Maggiore. Il treno di ritorno parte alle 17 da Roma per essere a Lamezia alle 20.59. Se si ha qualcosa di rapido da sbrigare, una visita medica o lo shopping tra Via Nazionale e Via del Corso, si può anche pensare di andare e tornare nella stessa giornata. Perchè in questo caso c'è un'offerta di Trenitalia che invoglia: 71 euro andata e ritorno in seconda classe, e 103 euro in prima (sempre a/r). Il biglietto di sola andata invece è di 48 euro in seconda, e 70 in business. La differenza tra le carrozze? È minima: un po' di cura in più negli arredi in prima classe, e le vetture sono quelle di testa più vicine alla stazione d'arrivo.
Rispetto all'Eurostar che c'è stato finora, e rimane in esercizio, si risparmia un'ora di viaggio fino a Roma. Con un carico non eccessivo sul biglietto.
Fare i conti col portafoglio non è proprio il caso se si mettono a confronto questo nuovo Eurostar Fast e un Md-80 che vola dall'aeroporto. Bisogna però confrontare i tempi. Perchè è vero che in meno di un'ora si arriva a Fiumicino in aereo, ma è anche vero che bisogna arrivare un'ora prima del volo per fare il check-in. E col volo alle 6.45 bisogna tirarsi giù dal letto all'alba. Poi bisogna fare i conti col bagaglio: se c'è solo quello a mano il problema non si pone, ma se si deve imbarcare una valigia all'arrivo sarà obbligatoria un'estenuante attesa ai nastri che si trascina mediamente oltre la mezz'ora. L'ultima considerazione è l'arrivo a Fiumicino, che non è Roma. Per raggiungere la stazione Termini bisogna saltare sul trenino (15 euro), e ci s'impiega mediamente oltre mezz'ora. A meno che non si scelga un taxi, assai più costoso (minimo 50 euro) ma non altrettanto rapido per arrivare in centro di primo mattino.
Tutto ovviamente dipende dalle possibilità economiche di ognuno, ma anche da ciò che si deve fare a Roma. Comunque un treno così veloce come Frecciargento è un evento davvero storico per la Calabria. Solo tre le fermate fino alla Capitale: Paola, Salerno e Napoli. Viene un po' da sorridere se si pensa ai vecchi Espressi che fermavano dovunque ci fosse una stazioncina sperduta.
Qualche differenza si noterà ancora tra la Calabria e il resto dell'Europa, di cui ogni tanto qualcuno ricorda che ne fa parte: fino a Napoli il treno correrà su binari "normali", poi fino a Roma avrà una marcia in più sulla nuova linea ad alta velocità dove potrà toccare anche i 250 orari. Questo grazie all'assetto variabile del nuovo Eurostar Fast. Più che un supertreno è un riscatto per una regione da troppo tempo ai margini.
Nella stazione di Lamezia Centrale sono in corso lavori per la sistemazione di un nuovo impianto elettronico d'informazione per i passeggeri. Presto verranno completati i lavori, assicura Angelo Calluso, direttore compartimentale movimento di Rfi a Reggio Calabria. «Non più d'un paio d'anni fa la stazione fu sottoposta ad un restyling», ha detto Calluso, «ma ci siamo resi conto che l'atrio della struttura è angusto. Abbiamo l'intenzione di ampliarlo e renderlo più confortevole, ma siamo ancora ad un'idea, perchè il progetto non l'abbiamo approntato».
Altri interventi sono in programma nella stazione, come la dotazione di ascensori per i disabili, in modo da eliminare le barriere architettoniche che ancora non rendono fruibile la stazione ai portatori di handicap. Infatti i sottopassi per raggiungere i diversi binari sono percorribili soltanto ttraverso le scale. Un limite spesso lamentato dalle associazioni assistenziali per le grandi difficoltà incontrate dai disabili che vogliono viaggiare in treno. Tra l'altro l'Eurostar Fast ha una carrozza dotata di carrello elevatore mobile per l'ingresso delle carrozzine di disabili, una struttura meccanica incorporata ad una delle porte d'accesso. Che però diventa inutile nel caso in cui il disabile non può raggiungere il treno. Da qui la soluzione indicata dal responsabile di Rfi in Calabria.

Fonte: Gazzettadelsud.it
Autore: Vinicio Leonetti

L'importanza di donare gli organi

"Con Letizia nel Cuore" è l'iniziativa sul tema della donazione degli organi attraverso cui Proitalia vuole promuovere ogni anno il problema della donazione degli organi e il sistema dei trapianti, perché significa speranza di vita. «Un gesto», è stato detto in quest'occasione, «che rappresenta il dono più prezioso che un uomo possa fare ad un altro uomo, perché oltre al sublime gesto d'amore che si compie, si permette ad altre persone di continuare a vivere, e può aiutare i familiari ad affrontare la separazione da un proprio caro con più forza e serenità con la consapevolezza di aver salvato altre vite umane.
Questa seconda edizione del concorso, che ha interessato le scuole di primo e secondo grado della Calabria, è stato organizzato al Centro agroalimentare dalla Proitalia, e più precisamente dal dipartimento cultura e donazione degli organi il cui responsabile è Sebastiano Senese, papà di Letizia, ragazza a cui è intitolato il concorso. La sua famiglia infatti fece l'importante scelta di donare gli organi.
Le conclusioni sono state tratte da Pellegrino Mancini, coordinatore regionale per i trapianti. I lavori del convegno sono stati coordinati dal giornalista Ugo Floro. La premiazione prevedeva l'assegnazione di tre borse di studio per i primi tre classificati dei vari ordini di scuola: 500 euro per il primo classificato delle superiori, 350 euro per il primo classificato delle medie, e 250 euro per il vincitore delle elementari. Inoltre un pendente in oro creato artigianalmente dall'orafo lametino Giovanni Costantino: un cuore con inciso dentro un altro piccolo cuore, come simbolo del donare, è stato assegnato ai secondi e terzi classificati dei tre ordini di scuola.

Questi i premiati: Scuola Elementare – I Cl. Roberta Lupia Calmieri I Circolo di Lamezia Terme; II Cl De Fazio Alisea Ist. Comprensivo San Pietro a Maida; III Cl. Caterina Gualtieri Istituto Comprensivo di San Pietro a Maida – Scuola Media: I Cl. Ruscio Maria Elisa Media "Ardito" di Lamezia Terme; II Cl. Mascaro Emanuela, Tomaino Antonella, Torchia Antonella, e Torchia Martina Scuola Media Migliuso-Serrastretta; III Cl. Luciano Scambia Scuola Media "Ardito" di Lamezia Terme – Scuola Superiore – I Cl. Mercuri Ilaria Liceo Classico "F. Fiorentino" di Lamezia Terme; II Cl. Naso Concetta Itis di Oppido Mamrtina; III Cl. Ilaria Perri Liceo Cassico "F. Fiorentino" di Lamezia Terme.

Un riconoscimento è stato assegnato al primo circolo di Lamezia che ha partecipato in maniera più numerosa a questa seconda edizione del concorso.
A tutti i partecipanti è stato consegnato un attestato di partecipazione. Una targa è stata consegnata alla famiglia Senese da parte dell'Aido, l'Associazione donatori d'organi.

Fonte: Gazzettadelsud.it

sabato 6 dicembre 2008

Il recupero della pera viteralese

aiellofrutta.jpg












L'importanza di un lavoro quotidiano teso a cavar fuori il vero e unico "petrolio" della Calabria: la genuinità di prodotti speciali, i loro sapori, odori e colori, la salvaguardia di tradizioni ultramillenarie, la valorizzazione di esperienze gastronomiche tramandate nei secoli.



Viene ancora dalla terra il richiamo che porta la campagna “Consuma e spendi calabrese” sulle montagne dell’entroterra, in mezzo ai frutteti e agli orti di un’azienda agricola trasmessa di generazione in generazione che sia chiama “Frutti Antichi”. E torna a parlare di vere e proprie prelibatezze, la campagna lanciata per promuovere il valore di tesori nascosti e, purtroppo deperibili e spesso a rischio di estinzione, poiché il prezioso bottino che brilla al sole di montagna non è fatto di monete, ma di frutti della terra. E anche il tempo ha un valore a parte, qui. Siamo a Viterale, contrada del comune di Serrastretta (Cz), pochi chilometri sotto il Passo Condrò (1.050 m. slm), da sempre dedita all’agricoltura, alla raccolta delle castagne, all’allevamento dei maiali. Angelo Aiello si occupa di tutto, degli orti e dei suoi frutteti, e inizia in questi giorni la preparazione di un’insalata che sarà servita sulla tavole del suo agriturismo a dicembre. Proprio come si faceva una volta. Mette insieme in una damigiana, con aceto di vino e acqua, cipolle rosse, pomodori verdi, “quelli tondi buoni per fare la salsa” e pere. Ma sono pere speciali: «E’ il pero viteralese, detto anche pero saverotto (dal soprannome di colui che, probabilmente, lo innestò per primo, ndr), un albero che si trova solo qui, su questa montagna, in tutto il comprensorio ce ne saranno una ventina di piante - spiega il produttore -. E’ un frutto per sua natura biologico, respinge i trattamenti chimici, poiché il primo innesto fu fatto, all’inizio del ’900, su un pero selvatico e ha conservato questa suo “Dna selvaggio”. Il problema è che le sue produzioni non sono abbondanti ed è anche molto sensibile ai cambiamenti climatici». La pera viteralese ha un gusto dolce ed una consistenza granulosa, ma anche la colorazione e la maturazione sono particolari: «Si raccolgono quando sono ancora verdi e si lasciano a maturare nella paglia fino al raggiungimento di un colore giallo paglierino all’esterno. All’interno, invece, sono bianche e c’è una fase precisa in cui il cuore del frutto comincia a cambiare colore: in questo preciso momento il frutto dà il massimo del gusto, poi comincia a diventare come si dice nel dialetto locale “fhicatiellu”, cioè assume quella colorazione marrone che sta a significare che il frutto è passato». Quando la si mette nella damigiana la pera viteralese è ancora coperta dalla sua buccia: solo tre o quattro mesi dopo, nel mese di dicembre, nel periodo in cui in azienda si uccidono i maiali allevati dal produttore e si mangia la carne fresca, gustosissima e notoriamente grassa, si toglie il preparato dalla damigiana, lo si lava con l’acqua e si condisce per servirlo: «Quando vengono gli ospiti (solo su prenotazione, ndr) nel periodo invernale servo loro soffritto di maiale o “frittule” e l’insalata di pere viteralesi, cipolle, peperoni con l’aggiunta di fettine di mele del mio frutteto tagliate al momento, il tutto condito con un filo di olio extravergine d’oliva: un insieme eccezionale dal gusto agrodolce, si sprigiona un profumo che non può essere descritto, proprio come vuole la più semplice tradizione contadina delle nostre montagne», racconta l’appassionato produttore, che con i frutti della sua azienda agricola porta avanti l’agriturismo il “Vecchio Casale”. Pasti semplici, come quelli preparati un tempo, ma ricchi di storia, di sostanza e di lavoro alle spalle, che in passato non lasciavano mai il contadino a digiuno, anche nei periodi più duri, e di cui oggi si rischia di perdere memoria: «Ricordo mio nonno, e poi mio padre e mia madre, andare al mercato di Nicastro negli anni ’50: le pere e le mele “de ‘a muntagna” dicevano, andavano a ruba, la gente veniva apposta da Vibo, il prodotto si vendeva e chi conosceva quel frutto voleva quello e quello soltanto».
aiellopomodori.jpgOggi la storia, o forse meglio la sorte, di questi frutti e di queste produzioni sembra essere segnata da un triste epilogo, che solo la consapevolezza degli appassionati e le scelte degli amanti della terra e dei suoi tesori può cambiare: «Il consumatore può fare tanto: se richiede prodotti di qualità, chi produce continuerà a produrre qualità, altrimenti siamo destinati a sparire». Il mondo della qualità, insomma, salvato dal consumatore. E continua a raccontare delle specialità della terra e di come arrivano in tavola, Aiello: «Quando si accende il camino, d’inverno, metto a bollire le castagne che produco io stesso e le pere viteralesi: un tempo probabilmente questa pratica era dovuta al fatto di recuperare l’acqua di cottura con una sola bollitura, e castagne e pere costituivano un pasto completo. Io, dopo aver cotto i frutti, li scolo, sbuccio e taglio le pere a fettine, li cospargo del succo caramellato e li servo insieme, come dessert». E sempre a base di frutti biologici sono le marmellate di corniole che proprio in questi giorni le due signore che aiutano in cucina il produttore preparano per le crostate caserecce. Ma la passione che traspare dai racconti del titolare dell’azienda agricola si stempera poco dopo, a sera, passeggiando fra i frutteti carichi di mele antistanti la sua tenuta agrituristica: «Fa freddo, troppo freddo per essere in settembre, e ha piovuto troppo poco, questa temperatura fa male alle castagne, sarà sicuramente una cattiva annata. Già negli anni passati un chilogrammo di castagne si è venduto a 30 centesimi, quest’anno sarà anche peggio». A preoccuparlo ancora di più sono gli ortaggi che, quando superino le quantità utilizzate per l’agriturismo, il produttore vende all’ingrosso o ai mercati locali: «E’ incredibile come siano bassi i prezzi a cui riusciamo, quando riusciamo, a vendere i prodotti: durante l’estate ci sono stati giorni in cui abbiamo venduti i pomodori a 20-30 centesimi al chilogrammo, da non riuscire a ripagare nemmeno i costi di produzione. Un tempo il contadino era ricco, oggi si rischia di non riuscire ad arrivare a fine mese se non si hanno altri redditi, allora mi chiedo - continua il produttore - che cosa si vuole fare di noi piccoli agricoltori?». «Viviamo e operiamo in montagna e abbiamo prodotti buoni perché li produciamo a condizioni pedoclimatiche tali da offrire caratteristiche uniche, ma affrontiamo anche disagi e problemi unici. Le produzioni non sono elevatissime e se il clima, come quest’anno, ci danneggia, vanno perduti i raccolti. Chi dovrebbe indirizzarci, sostenerci e guidarci che cosa fa? Le banche ci stanno con il fiato sul collo e non si vive di sole sagre, c’è bisogno di meccanismi corretti, che mettano in relazione produzione e mercato e che sappiano tutelare le coltivazioni montane. Abbiamo tutti le stesse ricchezze e gli stessi problemi - continua Aiello - lo sanno le associazioni di categoria, lo sanno i politici: non se ne stiano chiusi negli uffici e vengano a vedere di che cosa ha bisogno chi vive di terra oggi, o tra qualche anno nessuno più potrà permettersi “il lusso” di fare l’agricoltore». Considerazioni, suggerimenti, indirizzi che “Consuma e spendi calabrese” costantemente ribadisce, dando voce a chi opera fra mille difficoltà, ma con determinazione, nell’attesa che qualcosa cambi, dal basso, come sta cercando di stimolare questa campagna, risvegliando la sensibilità del consumatore calabrese e la sua attenzione per la qualità; ma anche dall’alto, toccando le corde di quanti ancora credono nella politica come servizio alla comunità. «Non facciamo perdere prodotti su cui altre regioni hanno costruito ricchezze - esorta il produttore - e su cui la nostra può agire, difendendo tipicità, qualità e territorio: troviamo il modo per far sì che chi ama la terra possa restare alla terra e chi voglia consumare qualità possa ancora trovarla».

Tanti frutti preziosi, che recuperano tradizioni e sapori antichi
L’azienda agricola “Frutti Antichi” ha fatto del recupero delle tradizionali specie da frutto del luogo uno dei capisaldi della sua attività agricola. Dedica gran parte delle sue attenzioni agli innesti, tenendo conto dei consigli della luna: «E’ il calendario lunare che seguiva mio nonno a scandire ancora oggi i tempi dei raccolti e degli innesti: quando la pianta è a riposo, dormiente, cioè a gennaio, si tagliano le cosidette “marse”, l’estremità più giovane del ramo e si mettono a riposo; una volta si interravano per conservarle, oggi si mettono anche in frigorifero, e si aspetta la prima decade di marzo per innestare. ortaggiantichi.jpg“Innestamu a San Giuseppe”, si diceva in passato, perché in quel periodo la pianta si risveglia e riconosce l’innesto come suo». Insieme al pero viteralese, Aiello nei suoi frutteti raccoglie *pirajne, mele coccio, annurca *e *limocelle*, altre quattro specialità rispettivamente di pera e di mele tipiche della zona. Ma non vive, ovviamente, di sola tradizione l’agricoltore di Serrastretta, che raccoglie, a partire dai primi di ottobre, mele golden delicius, stark rosso, renette, cera e zucchero e cannella. «Le mele prodotte in montagna sono buone, non perché sono mie o perché ci passo la cera: sono migliori per il solo fatto di essere prodotte qui». Oltre alla frutta, Aiello produce ortaggi di stagione: quasi tutti impiegati nella gestione dell’agriturismo, per preparare salsa di pomodori, sottaceti, giardiniere, rimangono per la vendita esterna pomodori Belmonte, Sammarzano e Tondo liscio. «Quello che posso garantire ai miei consumatori - ci dice - è una carta d’identità completa dei prodotti che coltivo su queste montagne, in tavola come nelle cassette che vendo qui in azienda o al mercato. E’ questo il nostro punto di forza, ciò che ci distingue da chi produce sui bordi delle autostrade. Ed è questo che chi vuole davvero salvare i piccoli produttori locali deve capire, operando di conseguenza».

Rosalba Paletta


Nella foto in alto Angelo Aiello nel suo frutteto di contrada Viterale, a Serrastretta

Nella foto al centro Angelo Aiello con in mano due pomodori di Belmonte prodotti nella sua azienda

Nella foto in basso alcuni degli ortaggi prodotti nell'azienda agricola di Viterale

(Pubblicato su "Il Domani" dell'11 settembre 2007)

martedì 2 dicembre 2008

Il nuovo aeroporto di Lamezia Terme

Il nuovo aeroporto di Lamezia Terme
(clicca sopra per vedere l'immagine)


Avveniristico, originale e ‘biotech’. Le principali caratteristiche del progetto premiato”

Ha la forma di un ciottolo levigato e arrotondato dal lavorìo dei fiumi e ammorbidito dalle onde del mare (chiaro ossequio e metafora al viaggionel Mediterraneo) il nuovo aeroporto di Lamezia Terme disegnato da “Engco” (capofila del raggruppamento di imprese che vede affiancate “Air Support”, “Promoproject” ed i professionisti Giorgio Papa, Sergio Rotella, Francesco Schioppa). E proprio come un ciottolo, come un’architettura naturale che non oppone resistenza alcuna al territorio, ma ne fa quasi parte, il nuovo scalo si proporrà agli occhi dei viaggiatori calabresi.

Il progetto di Engco (che prevede la completa sostituzione dell’attuale infrastruttura, insufficiente e tecnicamente inadeguata al cresciuto volume di traffico dello scalo) è stato approvato dall’ultimo Cda Sacal, in linea con il lavoro svolto dalla Commissione di gara per il Concorso di progettazione che ha appunto premiato questo lavoro quale migliore e più confacente soluzione tecnico-architettonica. Sulla base degli esiti del Concorso, il Cda Sacal dovrà adesso procedere all’affidamento della progettazione definitiva della nuova aerostazione e quindi al successivo appalto dei lavori.
L’architettura del manufatto vede un primo involucro in alluminio a curvatura variabile e strutture portanti su una seconda struttura cosiddetta a brise-soleil, che precede e avvolge la prima: “la pelle esterna - spiegano gli estensori del progetto - racchiude la pianta su due livelli atta ad assolvere correttamente a tutte le funzioni di un moderno scalo. Lo spazio è scandito da strutture a vista che in modo ritmico comprendono le grandi pareti in cristallo che delimitano il perimetro e diventano la pelle trasparente dell’intero involucro”.
Quattro “buchi” asimmetrici previsti in copertura, mettono in collegamento esterno ed interno, favorendo l’illuminazione naturale dello scalo. Il colore predominante dell’esterno è il bianco, scelto sia per frenare il calore dei raggi solari, migliorando al contempo i consumi energetici, sia per conferire carattere mediterraneo alla nuova costruzione. La struttura interna è invece in acciaio e vetro, con sistemi di isolamento termico, acustico e di sicurezza.
Decorazioni attinenti alla natura, completano il concept del progetto, rendendolo nel suo complesso originale e di sicuro impatto emotivo. Grande attenzione, inoltre, agli interventi di “lighting” come componente essenziale della stessa architettura e dell’identità strutturale. E tutto progettato secondo avanzati criteri bioclimatici, quindi eco-sostenibili, con sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili e impiego di bioedilizia…
La capacità dello scalo sarà di circa 3,5 milioni di passeggeri l’anno, con superfici di grandi dimensioni e standard di comfort superiori. Come detto, saranno comunque facilmente praticabili nuovi interventi di ampliamento: tre sono i piani operativi concepiti con una logica modulare e flessibile, quindi modificabile secondo nuove e future esigenze e in considerazione delle rapidissime e magmatiche trasformazioni del sistema dei trasporti aerei.
“Al di là delle valutazioni estetiche, sempre comunque affascinanti - spiega il presidente di Sacal Eugenio Ripepe - ciò che da principio va sottolineato è che con questa progettazione si abbandona definitivamente la cultura del ‘rattoppo’, della contingenza, dell’emergenza, dei lavori strutturali parziali, destinati comunque ad esaurire in breve il loro contributo. Questa volta è stata data giusta priorità a progetti complessivi, pensati in grande, per cambiare e per durare... Venendo nello specifico al progetto di Engco, ciò che colpisce è la forte identità, la specificità, la volontà di caratterizzare anziché, per così dire, di spaesare, di spersonalizzare. Personalmente credo che un aeroporto non debba essere più un non-luogo, una frontiera, un transito e basta; ma un nuovo spazio della modernità, un luogo di accoglienza e calore, una cerniera che accompagna in un territorio ed in un paesaggio, un crocevia che ha una sua dimensione di orientamento. Le proprietà di un aeroporto sono diventate oramai proprietà del viaggio stesso: e un bel viaggio, come sottolineano i progettisti, fa rima con un buon aeroporto, che deve essere, appunto, funzionale, moderno, comodo e bello. Certo, un grande progetto architettonico è anche sempre una grande scommessa di innovazione, una nuova mappatura dello spazio e del territorio che esige nuove risposte e nuove coordinate. Decisamente meglio, allora, considerando naturalmente scontata la praticità, la funzionalità, l’efficienza, la razionalità della struttura, la prospettiva di un aeroporto radicalmente innovativo e spettacolare: come innovative e spettacolari riescono ad essere (quando ci riescono) le architetture contemporanee”.

r.m.
Fonte: www.sacal.it

domenica 30 novembre 2008

Gastronomia calabrese

'Nduja

La 'Nduja (dal francese Andouille (Frattaglie) => Anduja) è un tipico salame calabrese morbido e particolarmente piccante.

Viene prodotta prevalentemente nella zona di Spilinga (VV), ma oggi imitazioni del prodotto suddetto, anche di qualità paragonabile, sono ormai prodotte o comunque reperibili in tutta la regione, a tal punto da essere un alimento tipicamente associato, come avviene per il peperoncino, a tutta la Calabria.

Preparata con le parti grasse del suino, con l'aggiunta del peperoncino piccante calabrese, è conservata nel budello cieco (orba), per poi essere affumicata.

Si consuma spalmandola su fette di pane abbrustolito, meglio se calde, o come soffritto per la base di un ragù o di un sugo di pomodoro, con aglio; sulla pizza, prima degli altri condimenti se cruda, oppure appena sfornata; su fettine di formaggi semi-stagionati o nelle frittate.

Gustose ricette calabresi a base di nduja di Spilinga e non solo...

Uova con nduja di Spilinga
Ingredienti: uova fresche, olio di oliva (quanto basta), nduja di Spilinga, sale.
Preparazione: In una padella si fa sciogliere un cucchiaio di nduja con olio di oliva. Successivamente si rompono le uova e si fanno friggere, si cospargono con un pizzico di sale e si gustano calde.

Polpette con nduja di Spilinga
Ingredienti per 4 persone: 1/2 Kg di carne tritata di maiale o manzo, 2 cucchiai di nduja, 4 uova, mollica di pane quanto basta, 60 g di formaggio grattugiato, 1 spicchio di aglio, un pò di prezzemolo, un pizzico di pepe nero, sale e olio per friggere.
Preparazione: In una terrina amalgamare bene la carne tritata, la nduja, il formaggio, le uova rotte, un pò di sale e pepe nero, il prezzemolo e l' aglio finemente tritati. Formare delle palline e friggere in abbondante olio. Servirle calde e gustare.

Penne con nduja di Spilinga
Ingredienti per 4 persone: 500gr di penne, 500gr polpa di pomodoro, 1 peperone rosso di medie dimensioni, 1 cipolla di Tropea, 1 bicchiere di vino bianco secco, 3 cucchiai di nduja, 120 gr di pancetta calabrese, formaggio grattugiato, olio, sale.
Preparazione: Scaldare in una padella l'olio, e saltare un po' il peperone e la pancetta tagliati a pezzetti, la cipolla tritata finemente. Aggiungere la nduja, mischiare velocemente il tutto, aggiungere il vino bianco e lasciare sfumare. Unite il pomodoro, riducendolo a pezzetti, abbassare il flusso della fiamma, e lasciare cuocere, mescolando di tanto in tanto, per dieci minuti.. Cuocere nel frattempo le penne, e scolarle al dente. Versare le penne nella padella con il sugo e saltare un pò (amalgamarle per bene) . Alla fine una bella spolverata di formaggio grattugiato e buon appetito.

Fagioli con nduja di Spilinga e cipolla di Tropea
Ingredienti per 4 persone: 600 gr di fagioli cannellini (preferibilmente locali), 400 gr di cipolla di Tropea, 300 gr di nduja di Spilinga, 120 gr di olio extra vergine di oliva, 2 pomodori maturi, 2 peperoni rossi (medie dimensioni), sale e aglio.

Preparazione: Cuocere lentamente i fagioli, in una pentola, insieme ai 2 peperoni, (in Calabria si usa "la pignata vicinu o caminettu" ma il processo è diverso), mettere l' olio e la cipolla tagliata a pezzi in una padella e farla rosolare per 4 - 5 minuti. Aggiungere poi la nduja, facendola sciogliere rimestando, con i pomodori tagliati a pezzetti, dopo 5 minuti anche i fagioli con 2 cl. circa di acqua di cottura della pentola, salare a piacere e cuocere il tutto per 15 - 16 minuti.
Servire con fette di pane abbrustolite e strofinate, ancora calde, con spicchi d' aglio.

LA SAGRA DELLA 'NDUJA

La Sagra della nduja è una manifestazione di carattere gastronomico, folkloristico, culturale, diventata ormai un evento abituale del mese di Agosto per tutta la gente di Spilinga e per i numerosi turisti che vengono a soggiornare nei dintorni di Tropea e Capo Vaticano. Questa manifestazione risale al 1975, infatti la sagra della nduja è stata la prima manifestazione gastronomica, folkloristica, culturale, di tutta la Regione Calabria e non solo.
Grazie a questo prodotto tipico locale, conosciuto oltre che in Italia anche all' estero, il paese di Spilinga è diventato famoso in varie parti del mondo. La nduja è un insaccato a base di peperoncino piccante e carne di maiale preparato artigianalmente nei mesi invernali quando è di consuetudine per gli spilingesi macellare il maiale. A Spilinga, l' espressione "fari u porcu" significa assicurarsi provviste per tutto l' anno, come conferma un detto popolare: "Cu si marita è cuntentu nu jornu, cu ammazza u porcu è cuntentu tuttu l' annu". Tradotto significa: "Chi si sposa è contento un solo giorno, chi uccide il maiale è contento tutto l' anno". Niente del maiale viene scartato, dalla testa alla coda, dall' esterno all' interno, le varie combinazioni di carne suina con erbe aromatiche, forniscono assaggi gustosi con sfumature assai diverse.
La gente di Spilinga vive quest' occasione con entusiasmo e con la voglia di offrire ai tanti visitatori l' accoglienza e la genuinità dei vari prodotti tipici locali a base di nduja. I vari stand presenti sul Corso Garibaldi, offrono pietanze preparate con la nduja: spaghetti, fagioli, nduja e cipolla, bruschette, polpette, verdure, panini e altre bontà preparate in casa. Durante la giornata sono previste numerose attrattive, legate, oltre alla gastronomia, al folklore e alle tradizioni.
Nel corso della mattinata e del pomeriggio per le strade di Spilinga si esibiranno i tradizionali “Giganti” di cartapesta. Si proseguirà con i tanti giochi popolari: a pignata, a gara di sacchi, ecc. ecc. In serata, dalle ore 20:30 in poi la degustazione gratuita della ‘Nduja nel centro della cittadina, dove si terrà un continuo e allegro spettacolo musicale in piazza San Michele fino a tarda notte,, con animazione e interviste agli ospiti e ai semplici visitatori.
A chiudere l'evento sarà come da tradizione, al ritmo di "tarantella calabrese", il "Camejuzzu i focu" storica rappresentazione delle battaglie di questo popolo contro le invasioni dei pirati saraceni (il cammello di bambù, posto sulle spalle di una persona, loro simbolo, si incendierà....tra i fuochi d'artificio fino alla totale distruzione). Inoltre, non mancheranno i fuochi d' artificio, tradizione presente nelle tante sagre in Calabria.


sabato 22 novembre 2008

Poesie di un emigrante...

L'ùominu russu

[...]
Rote de focu l'uocchi sgargellati
e luonghi e niuri i capilli lanuti
had'illu, cumu chilli dei dannati;

Fussiru 'mberu janchi, matingiuti
si l'ha ccu''na pumata, e dd''u muscune
sue li pili sû tutti 'ncatramati;

È d'atizza quant Napuleone
ma cchiù valente assai pue ppe' bravura...
ca nun ce stadi nullu a paragune
ccu' ll'uomu russu de Dicollatura.

Ppe' lli strapazzi 'n guerra e mo''mbecchiatu,
camina conoscinùtu ed ja lla tussa;
ma 'ncore porta la cammisa russa
ccu' tuttu ch'èdi viecchiu e sguallaratu.

[...]

Chist'è llu cuntu, mio letture caru,
de l'Uomo Russu, chi allu Maciarrone
passàndi all'arte de tamburrinaru;

Capu-tamburru e spia sutta Borbone
'stu Cavalieri d''a trista figura,
) chi ppe' giganti pigliava lle cone )
Avìa coraggiu assai... ma d''a pagura
a chill'accuntu 'un le trasìa 'na 'nzita...
e ppe' chilli cacacchi ch'eppe allura
se had'illu abbreviatu la sua vita.

È ffigliu de Dio marte e dde' 'na fata
ed è natu 'ntra i faghi 'e Riventinu
'stu cicropune, 'stu garibardinu
chi tutta la Calabria had'unurata;

De picciulu mustarva gran curaggiu
e jiadi sulu a caccia di li lupi
dintra li vùoschi,supra li dirrùpi;
a dece anni struggiu llu brigantaggiu.

Le sannu i viecchi de lu Praticiellu
tutte le sue prudizze de quatraru
ca si nde parri ccu' 'nu pecuraru
lestu lestu se caccia lu cappiellu.

Comu quandu ca tuni ventumatu
cce hai l'Uorcu, o lu magaru cchìu putente,
pperchì, letturi mie', de ccà le gente
bona e mala lu crìderi 'n fatatu.

[...]
Già ppe' cuntare tutt''a groliusa
sua storia chi mo' affrigge e mo' cunsùla,
cce vòradi la pinna de Padula
e lla sua fantasia meravigliusa;

Cà Cicciu Stuoccu nu valìa nu sordu,
e Nicotera nente 'n facce ad illu
e ferdinande Biancu 'nu rijillu
eradi, 'm paragune 'e ddo' Lipordu.

De la Francia, li miegliu Muschettieri
illu si l'attaccassi alli stivali,
e dde l'Italia tutti i Generali
nun sû buoni a lle fare de stallieri.

Cumu rumanza se puotu cuntare
le sue patùte e nun basta 'na notte;
e tutt''e valentìe de ddon Chisciotte
ccu' lle sue, nun ce puotu mai appattare.

da Le poesie, 1987


L'uomo rosso
) [...] Ruote di fuoco gli occhi spalancati / e lunghi e neri i capelli lanosi / egli ha, come quelli dei dannati; // Se fossero davvero bianchi, ma tinti / li ha con una pomata, e del pizzetto / suo i peli sono tutti incatramati; // E' alto quanto Napoleone / ma più valido assai può per bravura... / che non resiste niente al paragone / con l'uomo rosso di Decollatura. // Per gli strapazzi i guerra adesso è invecchiato, / cammina da gobbo ed ha la tosse; / ma ancora indossa la camicia rossa / con tutto ch'è vecchio e si trascina una voluminosa ernia; // [...] Questo è il fatto, mio lettore caro, /dell'Uomo Rosso, che al Maciarrone / passò all'arte di tamburrinare; // Capo-tamburone e spia sotto il Borbone / questo cavaliere dalla triste figura, / ) che scambiava per giganti le icone [dei tabernacoli]. // Aveva molto coraggio... ma per la para / nel deterano non gli entrava una setola di porco... / e per quei terrori che ebbe allora / si è accorciata la sua vita. // È figlio di Dio Marte ed è un santone / ed e nato tra i faggi di Reventino / questo bestione, questo garibaldino / che ha onorato tutta la Calabria; // Da piccolo mostrava un gran coraggio / e andava da solo a caccia di lupi / nei boschi, sopra i precipizi; e in dieci anni distrusse il brigantaggio. // Le conoscono i vecchi del Praticello / tutte le sue prodezze di ragazzo / e se ne parli con un pecoraio / rapido rapido si toglie il cappello. // Come se tu nominassi / l'Orco, o lo stregone più potente, / perché, lettore mio, la gente di qua / buona o cattiva lo crede un predestinato. // [...] Già per raccontare tuta la gloriosa / sua storia che un po' affligge e un po' consola, / ci vorrebbe la penna di Padula / e la sua meravigliosa fantasia; // Qui Ciccio Stocco non varrebbe un soldo / e Nicotera niente al suo cospetto / e Ferdinando Bianco uno scricciolo / sarebbe, a paragone di Don Leopoldo. // I più valenti moschettieri di Francia / egli se li legherebbe agli stivali, / e tutti i generali d'Italia / non sono buoni a fargli da stallieri. / Come un romanzo si possono raccontare / le sue traversie e non basta una nottata; / e tutte le prodezze di Don Chisciotte / con le sue non si possono mai mettere a pari.

(Traduzione di Dante Maffia)




The Red Man

His wooly hair is long, black as an inkwell,
the eyes are wheels of fires splayed wide
like the eyes of the damned in deepest hell.

His hair is really white, but he has dyed it
with some kind of cream, and his pointed beard
has been smoothed down and tarred on every side.

He is of the same height as was Napoleon
but much more skilled, more able to be sure...
nothing in the world can stand comparison
with the red man from Decollatura.
The experiences of war have made him old,
he walks hunched over and can't stop his cough;
but he still wears his shirt yet red and bold
an ancient man, a hernia his payoff.

My dear reader, this is the story, in sum,
of the Red Man, who at the Maciarrone,
took up the art of rapping on the the drum;

Head-drummer and a spy under the Bourbons
this melancholy figure of a knight -
who took for giants all the sacred icons.

He had a lot of courage... but got such a fright
you couldn't push a pig's bristle up his ass,
and all the scares he got back then, alas,
made his life very short and him uptight.

He's the son of the god Mars and a fairie
born among the beech trees of Riventino
this enormous brute, this garibaldino
who honored with his deeds all of Calabria.

He showed great courage when he was a boy
and went hunting for wolves all by himself
deep in the woods or over a high cliff
at ten he hunted brigands and destroyed them.

All the old timers of Praticello heard
of his exploits and feats when just a brat
and if you talk about it with a shepherd
he's very quick to take off his hat.

Almost as if you had really mentioned
a powerful magician, or the Ogre,
because all the people here, dear reader,
both good and bad see him as predestined.

[...]

To tell the whole of his glorious story
that brings you comfort but can also sadden
you would have had to enlist Padula's pen
and his celebrated fantasy.

Here Ciccio Stocco wouldn't be worth a cent
and Nicotera less than nothing then
and Ferdinando Bianco would be a wren
if with Don Leopoldo you compare each gent.

Even the best Musketeers from France
wouldn't be worthy of polishing his boots,
and all the generals of Italy in cahoots
wouldn't be good enough to be his servants.

His adventures can be sung like a romance
and an entire night would not be enough
and all of Don Quixote's gallant stuff
could never be compared to his circumstance.


(Translated by Luigi Bonaffini)

Per la valorizzazione del nostro prezioso patrimonio

PER LA VALORIZZAZIONE DEL NOSTRO PREZIOSO PATRIMONIO

RISORSE NATURALI E GEOAMBIENTALI DELLA CALABRIA

Il convegno e gli interrogativi sulla recente autorizzazione ad una società di Vercelli di aprire una discarica di 500 mila metri cubi nel centro della regione e nel contesto di un territorio ad alto pregio geoambientale nel comune di Pianopoli della provincia di Catanzaro, richiamano all’attenzione la questione più complessiva dei rifiuti in Calabria.

In tale contesto appare evidente come la realizzazione di una discarica di dimensioni paragonabili ad una collina artificiale, alta 50 metri ed estesa dalla base alla vetta dieci mila metri quadrati, di rifiuti speciali provenienti da fuori regione assuma una rilevanza non limitata nei confini comunali.

L’idea del contesto si ottiene tenendo conto sia della realtà geoambientale e della localizzazione delle preziosissime e specifiche risorse naturali disponibili nella regione, sia dei dati agli atti della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Dati come quelli contenuti nella Relazione approvata dalla stessa Commissione nella seduta del dicembre scorso, e dove, tra l’altro, si legge: “Nei 409 Comuni calabresi sono stati censiti ben 696 siti potenzialmente inquinati di rifiuti con volumi superiori ai 250 mc.. Le discariche dotate delle opere necessarie a prevenire l'inquinamento sono appena 39 (5,6%) e il 63% delle discariche è ubicato a meno di 150 metri dai corsi d'acqua. Dati allarmanti soprattutto per il grave inquinamento del suolo e delle acque sotterranee e del concreto pericolo, sotto l'aspetto sanitario, per le comunità interessate.

Si riscontrano nella regione un elevato numero di siti utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti, spropositato rispetto alla popolazione residente - una discarica ogni 2974 abitanti - il che induce ad ipotizzare possibili coinvolgimenti, nel passato, di smaltimento di rifiuti pericolosi provenienti anche da altre regioni o dall'estero con l'inserimento della criminalità organizzata, sempre tempestiva nell'utilizzare tutte le opportunità per diversificare i propri illeciti interessi.
Le situazioni di degrado ambientale, riconducibili al disinteresse di molte delle amministrazioni locali, hanno favorito, certamente in passato, ma sussistono tuttora i rischi, le ecomafie e le attività di operatori senza scrupoli, che hanno inquinato terreni e canali con i residui delle proprie attività (settori agroalimentari, frantoi ed edilizia), come è stato ampiamente relazionato dal Corpo Regionale della Forestale e dalla Capitaneria di Porto di Gioia Tauro.”

Nella citata relazione si legge anche che “il Commissario delegato ha approvato un piano di bonifiche per le discariche, prevedendo una classificazione dei 696 siti censiti per tipologia dei rifiuti smaltiti e per pericolosità. Delle 696 discariche del piano bonifiche, redatto dalla struttura commissariale, 58 risultano attive, 636 dismesse, 17 in costruzione.”

In base al rischio sono stati classificati:37 siti a rischio marginale; 261 siti a rischio basso; 40 siti a rischio medio. I siti ad alto rischio sono aree con enormi volumi di rifiuti, costituiti da grosse discariche dismesse, per lo più a ridosso di corsi d'acqua ed a breve distanza dalle foci di fiumi e canali, con danno ambientale in atto ed elevato rischio per la salute delle popolazioni interessate. In particolare: 240 discariche sono utilizzate solo per R.S.U. (non viene esclusa però la presenza di rifiuti urbani pericolosi); 4 discariche sono costituite da rifiuti speciali pericolosi; 5 discariche sono costituite da rifiuti ingombranti; 4 discariche di inerti e materiale da demolizione. Il resto è rappresentato da discariche utilizzate per smaltire R.S.U., rifiuti ingombranti, materiale da demolizione. Due delle quattro discariche utilizzate per smaltire rifiuti speciali pericolosi sono abusive. L'amianto è molto diffuso sul territorio ed in forme non molto concentrate; i tempi per un adeguato intervento di bonifica saranno pertanto inevitabilmente lunghi e costosi.

La relazione sottolinea come non sono da trascurare i comportamenti incivili di molti abitanti che hanno disseminato sul territorio materiale di ogni tipo, soprattutto inerti ed amianto, derivanti da demolizioni e dall'attività di ristrutturazione edilizia. E che l'utilizzazione di aree non idonee alla localizzazione delle discariche, anche a ridosso di canali, torrenti o ai margini di alvei fluviali, in terreni senza recinzione ed impermeabilizzazione del sottofondo, privi di impianti di canalizzazione delle acque piovane e della raccolta del percolato, hanno provocato gravi ripercussioni sotto l'aspetto ambientale ed igienico-sanitario. Le discariche abusive si trovano soprattutto sul territorio pianeggiante, e cioè nella ristretta fascia delle pianure costiere e nelle vallate fluviali che separano le catene montuose principali.

Sempre nell’ambito dell’attività della commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti, il 20 novembre scorso, nell’audizione del commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Calabria, Giuseppe Chiaravalloti, e del responsabile unico del procedimento per l'emergenza rifiuti in Calabria, Giovan Battista Papello quest’ultimo ha dichiarato: “: “ Con riferimento ai rifiuti speciali preciso che da noi non c'è una grandissima produzione di questo tipo di rifiuti e ci sono alcuni impianti di trattamento.” Per uno di questi impianto abbiamo un problema, che stiamo affrontando con risorse regionali, nel comune di Locri, dove una vecchia fabbrica di trattamento di rifiuti speciali è fallita: siamo andati sul posto e abbiamo trovato di tutto; quindi c'è stata necessità di un intervento urgente di bonifica. Ci sono alcuni impianti per il trattamento di rifiuti speciali o discariche di categoria 2B o 2C; non c'è in Calabria una grandissima produzione. C'è stato qualche problema con alcune aziende, a volte sottoposte a misure da parte delle forze dell'ordine o delle procure, ma le notizie che abbiamo noi (che sono, però, di natura prettamente amministrativa, non avendo capacità di incidere dal punto di vista dell'indagine penale) sono abbastanza tranquillizzanti. “In generale, dai dati di cui disponiamo risulta che siamo importatori di rifiuti speciali che vengo trattati, più che produttori di rifiuti speciali che vengono esportati”.

L’inesistenza di necessità e urgenza a realizzare discariche in particolare nei territori del settore centrale della regione, viene ribadito più volte nella citata relazione del luglio 2003 dove si afferma: “Le motivazioni che inducono a ritenere ormai conclusa e non più prorogabile l'esperienza del Commissariato straordinario e dei poteri delegati per la gestione del ciclo dei rifiuti in Calabria sono riconducibili alle seguenti considerazioni: …Il sistema Calabria centro è stato già ultimato ed è in funzione”

La mancanza di necessità ed urgenza di discariche appare più evidente se la situazione calabrese è inquadrata nel contesto nazionale. Infatti, il numero di discariche censite in Italia è di 6.286:se questo numero viene diviso per il numero delle regioni si ottiene circa 315, il numero di discariche che ogni regione avrebbe se il totale fosse ripartito in parti uguali. Ma la distribuzione delle discariche, come la distribuzione di tanti altri indicatori, è a svantaggio della Calabria dove di discariche ne sono state censite 696, più del doppio della teorica ed equa ripartizione.

Va precisato che non si può fare come la Regione Veneto che ha tentato di dotarsi di una legge per impedire di far entrare rifiuti da fuori della stessa regione.

Va tuttavia considerato che i dati sulla quantità e localizzazione delle discariche non sono separabili dai fenomeni d’inquinamento delle acque ed in particolare di quelle marine. In proposito va evidenziato il rilevante aumento dei divieti di balneazione che, rispetto all’inizio di maggio, si è registrato alla fine della stagione balneare 2004. Va tenuta presente lanche a fonte degli stessi, e questo anche in considerazione del fatto che c’è sempre qualche amministratore comunale o regionale distratto che, dopo la pubblicazione del nostro rapporto sullo stato di salute del mare predisposto sulla base dell’esame dei dati ufficiali della regione si affretta a dichiarare l’inesistenza o l’irrilevanza dell’inquinamento, lasciando intendere, a qualche lettore pure distratto, che la nostra analisi dei dati di fonte regionale sia un commento a risultati di altre analisi delle acque, diverse da quelle ufficiali.

Così come va considerato che l’area dove la società di Vercelli vuole depositare una collina di rifiuti speciali oltre che ben visibile dal finestrino degli aerei che atterrano all’aeroporto di Lamezia Terme è un’area posta al centro della Calabria in un contesto geoambientale unico in tutta la catena appenninica, tra i due mari che bagnano i golfi di Sant’Eufemia e di Squillace separati dal più stretto lembo di rocce con impressi i segni che testimoniano nascita ed evoluzione di tutta la storia geologica d’Italia.

È un’area di un contesto ambientale sempre abitato dall’uomo con testimonianze archeologiche di tutte le età ed a partire dal Paleolitico: nella zona centrale del territorio di Italo che ha dato il nome a tutta la Nazione, e, secondo il prof. Armin Wolf dell’Università di Francoforte, nella zona centrale del ricco territorio dell’evoluto popolo dei Feaci descritto da Omero.

È un’area al centro della regione con la più alta disponibilità di sorgenti naturali e falde idriche con acqua potabile d’ottima qualità e tra le migliori d’Europa.

Considerare tutto ciò, la sismicità e le caratteristiche idrogeologiche dei terreni che caratterizzano l’area è doveroso ed utile per evitare interventi dannosi e favorire la valorizzazione del territorio al fine di migliorare la qualità della vita di chi ci vive. Per tal fine occorre tener conto anche delle più realistiche ed avanzate indicazioni per risolvere il problema dei rifiuti come , ad esempio, i dai dati contenuti nel Sustainable Use of Resources in Europe a cura del Coordinamento Europeo degli Amici della Terra con il Patrocinio della DG XI dell'Unione Europea; ed in particolare i dati contenuti nel “Rapporto Italia” che, tra l’altro, evidenzia come: ”L'aumento della quantità di rifiuti prodotti dalla moderna civiltà dei consumi è dovuto principalmente a metodi di produzione inefficienti e ad un abuso di energia e di materiali. Un forte impegno nella prevenzione, un elevato rendimento del recupero e del riciclaggio, l'affermarsi di un mercato dove le materie recuperate si integrino di nuovo nel ciclo produttivo sono azioni che riducono i rifiuti e, contemporaneamente, il prelievo di risorse naturali; un elemento, questo, molto importante per l'Europa e particolarmente per l'Italia, che è povera di materie prime. Il metodo dello Spazio Ambientale, che fissa precisi obiettivi per la riduzione dell'impiego di materie prime nei paesi industrializzati in periodi determinati, rappresenta uno strumento efficace per una politica di riduzione dei rifiuti, inserita in uno scenario di sviluppo sostenibile. Applicando il metodo dello Spazio Ambientale, gli Amici della Terra hanno calcolato che uno sviluppo sostenibile del sistema economico italiano comporterebbe, entro il 2010, una riduzione del fabbisogno di materiali del 25%.

Le politiche ambientali del nostro paese stentano ad integrare la gestione dei rifiuti con l'uso razionale delle risorse e con sviluppo sostenibile. Certamente, un governo settoriale può essere più agevole e meno impegnativo in termini di rispetto degli obiettivi fissati. Ma in questo modo si priva la politica dello sviluppo di elementi essenziali di innovazione di sistema e non si danno indicazioni valide per orientare in modo eco-efficiente gli investimenti.

La speranza che le iniziative più avanzate già adottate in molti altri paesi europei costringeranno l'Italia ad accodarsi, sia pure in un secondo tempo, non è consolante. Anche perché è prevedibile che, ancora per lungo tempo, occorrerà fronteggiare le emergenze, pagando un alto prezzo in termini di degrado ambientale, di costi sociali, di riduzione della qualità della vita e di perdita di competitività del sistema produttivo in uno scenario di crescente mondializzazione dei mercati.”

Ignorare tutti questi dati e continuare a fare come gli struzzi favorendo l’aumento delle discariche può portare gli stessi “struzzi di Calabria” ad infilare la testa non più nella preziosa terra della regione ma nei rifiuti speciali provenienti da fuori regione.


Geologo Mario Pileggi presidente Amici della Terra Lamezia Terme

martedì 11 novembre 2008

Ambiente nel nostro territorio

Ambiente Lo smaltimento della spazzatura del comprensorio al centro di un incontro con il fisico dell'Università "La Sapienza" Massimo Scalia

Pd diviso sulla discarica di rifiuti tossici
Reale favorevole al nuovo impianto di Pianopoli, contrari l'assessore Muraca e il presidente Petronio

Agostino Perri
Ci sarà una riunione per discutere sull'esistenza di pericoli nella discarica di località Gallù-Carratello in costruzione nel comune di Pianopoli. È l'impegno assunto dai dirigenti del Partito democratico nell'incontro sull'ambiente organizzato nella sala consiliare dell'ex comune di Sambiase.
La struttura da 500 mila metri cubi di spazzatura ha suscitato pareri divergenti nel Pd lametino, che ha considerato i dubbi sollevati da alcuni consiglieri comunali di minoranza di Pianopoli presenti all'incontro, contrari alla realizzazione dell'opera.
Tra i propensi all'impianto di raccolta dei rifiuti c'è Italo Reale (ex sub commissario per l'emergenza ambientale della Regione), tra i perplessi l'assessore comunale all'Ambiente Francesco Muraca ed il presidente dell'Asi Giuseppe Petronio. La discarica, per Reale, ha tutte le carte in regola, anche perché da pochi giorni ha ottenuto «il nuovo e definitivo visto di tutti gli organi preposti nella conferenza dei servizi». Nell'impianto, che dista 500 metri dalla superstrada dei Due Mari ed a poche centinaia di metri dal fiume Amato, saranno accolti 415 specie di rifiuti, tra cui scorie (zinco e piombo) prodotte da fabbriche metallurgiche, come quelle prodotte dalla Pertusola di Crotone su cui sta indagando la magistratura crotonese per disastro ambientale.
Alla riunione ha preso parte anche Massimo Scalia, ordinario di fisica all'Università "La Sapienza" di Roma e promotore del movimento ecologista del Pd. In sala anche la parlamentare Doris Lo Moro, i consiglieri regionali Egidio Chiarella e Franco Amendola, il sindaco Gianni Speranza ed il suo vice Giuseppe Vitale. C'erano diversi consiglieri comunali lametini ed alcuni sindaci del comprensorio, tra cui Bruno Arcuri di Carlopoli e Daniele Menniti di Falerna. Quest'ultimo è intervenuto arricchendo il dibattito sponsorizzando la «manodopera locale nella realizzazione di parchi eolici».
Il primo cittadino di Falerna è infatti il promotore di un impianto eolico da costruire in territorio comunale con l'impiego di operai del posto e per questo battezzato in modo esplicito "Non vendiamoci anche il vento". Si tratta di un progetto che servirà a produrre energia da fonte alternativa ma sarà anche utile per specializzare i lavoratori locali, inserito in graduatoria nell'apposito elenco regionale da cui attingere ai finanziamenti.
Accanto ai problemi ambientali dell'hinterland sono echeggiati i nomi di Angela Merkel, premier del governo tedesco, e gli obiettivi europei del Pacchetto clima. A tirarli in ballo Massimo Scalia nell'intervento che ha illustrato la posizione degli ecologisti del Partito democratico.
«Siamo per i traguardi fissati dall'Europa e promossi dalla "rossa" di Germania, cioè il cosiddetto "20-20-20"», ha esordito Scalia. Che ha spiegato: «Si tratta della riduzione del 20% entro il 2020 delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990, l'aumento al 20% della quota delle energie rinnovabili nel mix complessivo, e il miglioramento del 20% dell'efficienza energetica. È una sfida ambientale, economica e sociale». La strada da compiere, secondo il fisico, «è ancora lunga e ci stiamo attardando; se non ce la faremo, saremo condannati ad un degrado che non meritiamo».
In materia di produzione d'energia da fonti alternative, l'aula ha accolto con un applauso il piano attuato dal presidente dell'Asi Petronio. Il massimo responsabile dell'area di sviluppo industriale ha concesso spazi adeguati nella zona ex Sir per l'installazione di impianti fotovoltaici, dispositivi in grado di trasformare l'energia solare in elettricità.
«Per occuparsi della depurazione», ha sentenziato l'assessore Muraca, «la soluzione migliore sarebbe l'affidamento ad un unico soggetto dell'attività e dei rapporti con i comuni, dopo quanto abbiamo visto con gli Ato, gli Ambiti territoriali ottimali. Se i depuratori non hanno funzionato e si è assistito ad un rimbalzo di responsabilità», ha dichiarato l'esponente della giunta Speranza, «la causa principale ricade sulla confusione gestionale e sulla mancanza di dialogo tra gli enti municipali. Occorre poi», ha aggiunto Muraca, «puntare anche sulla formazione professionale degli operai negli impianti di depurazione».
L'incontro sull'ambiente è stata una tappa fondamentale dell'attività di organizzazione interna del Pd. «Presto avvieremo la fase di tesseramento», ha dichiarato Italo Reale, «e successivamente procederemo con l'elezione degli organismi. Compiti che hanno subìto dei ritardi per via di un confronto naturale, protrattosi più del dovuto, tra componenti culturalmente forti. Gli ambientalisti del Partito democratico sono per le preferenze nell'elezione dei componenti interni».


In sintesi
Diversitàdi vedute nel Pd sull'opportunità di creare una discarica per rifiuti speciali e tossici a Pianopoli, su un terreno non lontano dai confini comunali di Lamezia.
In località Gallù-Carratello è in costruzione da parte di privati una discarica da 500 mila metri cubi di spazzatura: scorie industriali e scarti di metallo tra le altre cose.
Favorevolealla discarica è Italo Reale, ex leader dei Verdi in Calabria ed ex assessore regionale all'Ambiente oltre che subcomissario per l'emergenza ambientale. Non condividono la struttura invece l'assessore comunale all'Ambiente Francesco Muraca e il presidente dell'Asi Giuseppe Petronio.
Nell'area ex Sirè in progetto un impianto fotovoltaico per produrre energia pulita. L'ha annunciato il presidente dell'Asi Petronio.

Fonte: Gazzetta del Sud, 2 Novembre 2008

mercoledì 29 ottobre 2008

Addio... MAC 3


Dopo ventiquattro anni di attività anche la MAC 3 sparisce dal palcoscenico dei campi di gioco del catanzarese. Con il Comunicato Ufficiale n. 13 del 15/10/2008 della Delegazione Provinciale di Catanzaroinfatti si delibera l’esclusione della società dei tre paesi alla partecipazione al Campionato di Terza categoria con conseguente dichiarazione di inattività. Ora bisogna darsi il mea culpa perché e' veramente deprimente distruggere ciò che nel lontano 1984 fu creato con tanta volontà e tanta devozione dalla gente di Angoli, Migliuso e Cancello. Negli ultimi anni si sono inter scambiate diverse gestioni societarie con alterne fortune ma non sono state capaci di amalgamare ciò che già da tempo andava sgretolandosi. Credo che molta gente rimpiange la non iscrizione della squadra biancazzurra ma ora e' troppo tardi... Con questo io non voglio puntare il dito contro nessuno ma se veramente ci teniamo a riaprire un nuovo corso e alzare nuovamente il palcoscenico nel prossimo anno, credo che la nuova dirigenza (sempre se ce ne sara' un'altra! Io lo spero) deve ripartire da subito a creare qualcosa di migliore.

Quindi spero che questo non sia un addio ma... un solo arrivederci alla stagione prossima.

Antonino Della Porta


lunedì 27 ottobre 2008

Ambiente: discarica Gallu'-Carratello

Pianopoli In costruzione il megaimpianto per rifiuti speciali Scorie di metalli nella discarica, c´è tanta paura come a Crotone La Eco Inerti ha ripreso i lavori dopo aver pagato


PIANOPOLI - A Pianopoli un´altra Crotone? Nella nuova discarica che si sta realizzando in località Gallù-Carratello, dove dovrebbero arrivare rifiuti speciali, e tra gli altri anche scorie di fabbriche metallurgiche, che producono cioè zinco e piombo come la vecchia Pertusola, che secondo la magistratura crotonese hanno provocato un disastro ambientale di notevole dimensioni. Nessuna risposta alle interrogazioni avanzate dai diversi rappresentanti istituzionali, movimenti e associazioni ambientaliste, sull´idoneità del sito scelto per la discarica in cui confluiranno rifiuti prodotti dall´estrazione mineraria, dalla lavorazione di pelli e pellicce, dalle industrie di vernici e pitture, oltre a quelle metallurgiche. Sono soltanto alcuni degli scarti contenuti nell´elenco delle 423 specie, raggruppati in 15 categorie, ammesse nell´opera da 500 mila metri cubi di spazzatura. Lista, impianto e luogo, nel recente passato sono stati oggetto di esposti e di interpellanze ad ogni livello istituzionale. Ma soprattutto la discarica è stata interessata da due sequestri per mano del Corpo forestale dello stato e del Tribunale lametino. Azioni che hanno provocato il blocco dei lavori, venuto meno nello scorso marzo a seguito della sanatoria rappresentata da una multa di 18 mila euro alla società Eco Inerti che detiene la concessione edilizia. La sanzione, inflitta per lavori realizzati in assenza o in difformità del nullaosta paesaggistico-ambientale, ha certificato irregolarità nell´esecuzione dell´attività e, nel contempo, ha consentito alla ditta di estinguere i reati. Per cui la Eco Inerti non ha più vincoli, e nello scorso luglio ha compiuto il successivo passo per la ripresa ed ultimazione dei lavori presentando alla Regione la domanda per l´ottenimento dell´autorizzazione integrata ambientale (Aia). Un provvedimento che autorizza l´esercizio di un impianto conforme ai requisiti del decreto, e che sostituisce ogni altro visto, nullaosta, parere o autorizzazione in materia ambientale. La discarica di Gallù-Carratello potrebbe dunque aggiungersi ai 18 impianti presenti nel Lametino per lo smaltimento, lo stoccaggio ed il trattamento dei rifiuti. In diverse occasioni però, e da più parti, sono stati sollevati dubbi sulla realizzazione dell´opera, in merito principalmente a discordanze tra il progetto della discarica e la situazione esistente in loco. Esistono documentazioni, è riportato nell´interrogazione numero 3 dell´8 giugno 2005 dell´ex assessore regionale Nino De Gaetano, fortemente vincolanti sulla natura idrogeologica dell´area interessata. Si sostiene «l´assoluta mancanza d´acqua, mentre esiste un pozzo al centro del terreno interessato ed un altro che, nella limitrofa proprietà coltivata ad uliveto, è posto ad una profondità inferiore ai venti metri». Anche sull´iter progettuale ed autorizzativo l´esponente di Rifondazione comunista ha illustrato inadempienze. «Sembra», secondo De Gaetano, «non sia stato preso in considerazione lo studio realizzato nel 1987 dal geologo Giulio Riga, che accompagna il Piano regolatore del Comune di Pianopoli, nel quale si sconsiglia l´edificabilità dell´area prescelta. Il coordinamento distrettuale di Lamezia del Corpo forestale dello Stato nel rilasciare nel giro di 48 ore il nullaosta atto ad eliminare il vincolo che grava sul terreno, ha prescritto una condizione precisa: non dovranno essere movimentate le colline circostanti che, essendo di natura sabbioso conglomeratica, possono creare problemi idrogeologici. Riconoscendo di fatto l´inidoneità del sito per l´attuazione del progetto in questione che comportava, cosi come poi è successo, un vero e proprio stravolgimento dei luoghi». Stesse problematiche inserite nell´interrogazione fatta dall´ex consigliere provinciale Pino Commodari e in quella dell´ex parlamentare ed ex presidente comunista della commissione ambiente del senato Tommaso Sodano, in cui si legge pure l´attività di denuncia compiuta dal Wwf Calabria: «La costruzione avviene nonostante la discarica non sia inserita nel sistema di smaltimento regionale; in presenza di dichiarazioni di esponenti dell´Ufficio del commissario per l´emergenza ambientale che affermano che nella nostra regione non vi è alcuna necessità di queste discariche; nonostante si trovi al confine con importanti aziende agricole ed agrituristiche situate in prossimità della popolosa frazione Cancello del comune di Serrastretta». Sono le stesse contestazioni avanzate per prima dal Comitato intercomunale contro la discarica di Carratello. Rimaste, a distanza di anni senza alcuna risposta. E i dubbi aumentano.

Agostino Perri
Fonte: Gazzetta del Sud

giovedì 11 settembre 2008

Ricordi belli e tristi


Siamo nati in un paese molto povero.

Da ragazzi i nostri giocattoli erano quelli che ci dava la natura. E noi li scoprivano nella terra nei fiori nei frutti negli oggetti. I nostri passatempo sono stati i chiodi, i ciottoli del fiume, le palline di vetro delle gassose, i pezzi di legno, i rocchetti del filo da cucire, zufoli, flauti (cindrilli, chjova, stacce, viettura, rocchelli, tirri, fhischaruli, fhischette, etc).

Per tanti anni, e ancora adesso, penso che dopo queste cose, non ho sentito mai, quanto le cose che ebbi fossero mie. L’adolescenza e l’infanzia sono stati per noi tutti qualcosa di indimenticabile, come la primavera che ogni giorno ci fa scoprire profumi nuovi, colori e segni di rinascita di vita .Da ragazzi abbiamo trascorso qui le feste, qui frequentato la scuola e scandito le stagioni. Ci siamo inebriati dei campi arati da poco, dal profumo della terra ,dall’erba appena tagliata, dal profumo del fieno, dal fruscio del grano accarezzato dal vento, che per noi prendeva le sembianze di un’onda di quel mare che forse non avevamo mai visto, l’ombra delle grandi querce, le siepi di rovi cariche di more, i nidi degli uccelli preda di noi piccoli cacciatori,i fichi che sostituivano le caramelle, gli ulivi, i fichi d’india che malgrado la pericolosità qualche volta riuscivamo a portar via, il canto delle cicale, le lucciole che rincorrevamo nelle calde notti di giugno, la polvere il fango, le povere case, e le persone del paese, gli amici e i compagni delle nostre avventure. Sentivamo e forse lo sentiamo ancora che tutto ciò ci apparteneva, che era dentro di noi. Perdemmo la nostra innocenza e le nostre certezze, solo quando il nostro destino venne improvvisamente attraversato dal treno. Partimmo portando con noi, nella valigia di cartone legata con lo spago,quanto si poteva per intraprendere un viaggio che conduceva più che a una destinazione ad un destino. Da allora le stazioni, i treni,le sale d’aspetto diventarono per necessità i luoghi d’incontro per comunicare il nostro estraneamento, la nostra fuga, le nostre aspirazioni .E si partiva per Roma per il nord Italia Milano, Torino, la Svizzera, la Francia ,il Belgio, la Germania L’America, sempre cercando di stare il più lontano possibile da ogni forma di sfruttamento e di disagio. L’emigrazione portava via noi, come prima aveva portato via i nostri padri, che ci venivano riconsegnati soltanto per le feste, a Natale con torroni susumelle, cioccolate e un’immancabile bottiglia di liquore che a quei tempi così come era successo precedentemente con il rosolio, andava a sostituire la classica bottiglia di Anice; Era il millefiori. Bottiglia lunga colore giallo ,con dentro la classica frasca carica di cristalli di zucchero, che veniva posta a padroneggiare sul comò ( o alla spuntuniera) accanto alle foto di famiglia come a simboleggiare un ritrovato benessere .Sono partito per la prima volta il 24 agosto del 1969, avevo solo 15 anni ed ero pronto per l’avventura. Eravamo in tanti ed andammo alla stazione di S. Eufemia ,con con la vecchia 600 multipla di Antonio Juliano. Prendemmo d’assalto i vagoni per Torino che erano fermi alla stazione entrando nella carrozza non attraverso la porta ma dai finestrini. Siamo scesi dai finestrini anche quando arrivammo alla stazione di La Spezia ma in questa circostanza a giustificarci ci fu l’impossibilita’ di attraversare il corridoio in quanto era diventato un carnaio di gente stipata tra i bagagli, che raggiungevano l’altezza dei finestrini. A distanza di quasi 40 anni e’ ancora in me vivo lo sguardo severo di quella gente che ci guardava in modo strano,e noi senza rendercene conto sembravamo nello stesso tempo, incantati e spauriti, come quegli uccelli che anno appena spiccato il primo volo, dal loro nido e non riuscendo ancora a volare con destrezza saltellano per terra. L’impatto con un mondo completamente diverso dal nostro non ci spaventava, eravamo animati da una voglia matta di fare , eravamo sicuri che da quel sacrificio dipendeva il futuro delle nostre famiglie,il cambiamento del nostro paese,il nostro riscatto. Man mano che il treno effettuava nuove fermate, le carrozze e i corridoi si riempivano come un’uovo. Dopo circa mezzora di viaggio non riuscendo a stare seduto,per la curiosità di vedere qualcosa di mai visto, mi sono alzato per andare in corridoio, immediatamente un signore mi ha chiesto se poteva occupare temporaneamente il mio posto,ed io sorridendo gli ho risposto, si che poteva.Sono rimasto in corridoio per un paio di ore, e quando avrei voluto riprendere il mio posto, il signore si era addormentato, cosi per timore di essere sgarbato ho passato tutto il viaggio in corridoio, a contemplare le stelle e a sognare circa il mio futuro, proiettandomi in un mondo meraviglioso e sconosciuto nello stesso tempo. Intanto il signore che occupava il mio posto non so se per finta o sul serio, ha continuato a dormire tutta la notte senza svegliarsi mai. Vagando così nel mio sogno, mi immedesimavo in qualcosa del mio futuro, che mi sembrava sempre più reale ed alla mia portata. Intanto per effetto della stanchezza la gente si accomodava per terra rendendo impraticabile il corridoio mente i gabinetti erano stati invasi da miriadi di valigie di cartone contenenti miseria e sogni legati insieme con lo spago. Fu così che mentre vicino al finestrino, mi perdevo in quei sogni, alcuni ragazzi di San Michele che si trovavano due o tre sportelli più avanti del mio, con la delicatezza contadina del tempo tirarono una sputacchiata fuori del finestrino, che per effetto della velocità del treno fece un’insidiosa curva a 180 gradi finendo la sua corsa sulla mia faccia, con l’effetto di farmi risvegliare dal sogno e tornare con i piedi per terra, in quella realtà che altro non era che lo sradicamento della nostra gente dalla sua terra e dai più elementari affetti familiari e non.


Pino Della Porta

mercoledì 10 settembre 2008

1 anno insieme

Buon Compleanno !!!

10 Settembre 2007 - 10 Settembre 2008

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1 anno passato insieme

Grazie di aver vissuto con noi quest'esperienza !!!

Se potessi fermarmi a pensare e con una cinepresa mandare indietro il nastro per scoprire cosa ci ha riservato quest'anno di sicuro mi piacerebbe pensare questo progetto come:

"Un’affascinante distesa di neve
che nessuno ha mai calpestato.
Un bagliore luminoso tutto da percorrere,
in cui sarà piacevole lasciare tracce di noi.
Un fermarsi ogni tanto… A guardare e scoprire
come cambia l’orizzonte man mano che avanziamo.
Accelerare per superare agevolmente gli ostacoli.
Rallentare per sincronizzarci con i compagni di viaggio.
Sostare di tanto in tanto per riprendere energia.
Ma anche fermarsi per poter guardare indietro.
Riconoscere le nostre impronte per poter capire
quanta strada abbiamo già percorso.
Nessuno ci garantisce che il sole splenderà sempre,
e che non incontreremo mai ostacoli e bufere.
L’importante è conoscere quanta forza abbiamo nelle gambe,
ma soprattutto…………… quanta ne abbiamo nel cuore".

Pino Della Porta

Un sentito grazie a chi ha creduto fortemente nel nostro progetto ed a coloro che si avvicineranno a noi per la prima volta !!!

Antonino Della Porta

venerdì 22 agosto 2008

Triangolare AMICA - Cancello 2008













CANCELLO 21 Agosto 2008 - Ottima vittoria della compagine gialloverde che si impone per due reti a zero con Cancello nella prima gara e surclassa Angoli con un poker nell'ultimo dei tre match aggiudicandosi per la quarta volta l'ambito trofeo AMICA.

CANCELLO - MIGLIUSO 0-2
ANGOLI
- CANCELLO 4-5 d.c.r. (1-1)

MIGLIUSO - ANGOLI 4-0

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Classifica finale:


MIGLIUSO 6 punti
CANCELLO 2
ANGOLI 1

Vorrei continuare a parlare del torneo con parole mie, ma credo che sia opportuno che sia uno che ha vissuto di persona questo evento ad esprimere gioie ed emozioni... proprio per questo ho voluto aggiungere un post di Angelo (uno degli organizzatori di questa edizione) sperando di farvi capire quant'e' veramente importante per noi questo torneo.

"Ciao a tutti, e' proprio vero l' estate sta finendo porta via le vacanze e ci prepara per un altro anno di lavoro........che palle!!!!!!! Spero che la vostra sia stata una bella estate !!! Per quanto riguarda il mio paese quest' anno è stato un po' dimenticato dai turisti, sono scesi per trascorrere le ferie solo in pochi, sara' forse colpa del caro vita? Mah chi lo sa, comunque ogni anno che passa sono sempre di meno....io ricordo le estati indimenticabili degli anni 90 e migliuso era sempre pieno di gente anche di notte, allora si organizzavano un sacco di cose divertenti, oggi invece per organizzare qualcosa devi pregare in ginocchio per poi ottenere le banali risposte: non ho voglia!!!
E poi la stessa gente che ti da' queste risposte e' la prima a fare commenti da bar e dire che a Migliuso non si fa' mai niente.........Ma andate a cagare!!
La cosa che mi ha reso felice e' che migliuso ha vinto il triangolare AMICA 2008!!!
L' organizzazione del torneo quest' anno spettava a cancello, ma per motivi che poi si sono resi poco chiari al 14 agosto ancora non si sapeva nulla al riguardo, tutti ci chiedevano: ma si gioca quest' anno?
Un po' scocciati per cio' che stava succedendo dopo le solite discussioni da bar, io, Benny, Renato e Luciano andiamo a parlare con il responsabile di Cancello, e dopo un po' di chiarimenti arriviamo alla conclusione che il torneo andava fatto. Sempre nella stessa sera noi quattro saliamo ad Angoli per incontrare gli altri rappresentanti e troviamo un accordo anche con loro.
Il giorno di ferragosto nel pomeriggio io e Benny incontriamo i ragazzi di Angoli e stabiliamo la data e l' orario dell' incontro giorno 19 agosto per quello femminile e il 21 agosto per la competizione maschile.
Stabilito il tutto, scendiamo da Franco Cianflone a cancello, gli comunichiamo le date che dal suo canto accetta volentieri e si prende l' impegno di organizzare la festa nel suo paese.Il lunedi successivo io Benny e Renato siamo andati a scegliere coppe e medaglie, Alessio si preoccupa per ingaggiare un arbitro e Antonio weah si occupa del campo.
Giorno 19 si e' disputato il triangolare femminile nel campo di calcetto di migliuso, anche quest' anno divenuto un BIANGOLARE perche' la squadra di Angoli non si è presentata.......ma ci siamo divertiti lo stesso! la partita è stata vinta meritatamente dalle ragazze di Cancello alle quali faccio i miei complimenti....
Finalmente arriva il giorno dell' evento piu' atteso, il triangolare maschile. Appuntamento alle 17:00 al campo di calcio di Migliuso.
I convocati sono stati scelti da Renato e su qualche mio suggerimento. La nostra squadra quest' anno giocava con una nuova e bellissima paratura offerta da Pino della Porta (forse ci ha portato fortuna).
La prima partita si è disputata tra Migliuso e Cancello ed è stata vinta 2-0 con le reti di Francesco Lucia e Peppe Bruni (su calcio di rigore).
Il secondo match lo disputano Angoli e Cancello, finisce 1-1 e ai calci di rigore vince Cancello.
L' ultimo incontro è Migliuso - Angoli, finisce 4-0 e per la prima volta in 9 edizioni la squadra avversaria decide di terminare l' incontro 10 minuti prima.
Le reti sono state siglate da Marco Mazza, Peppe Bruni,Ilario e Manuel.................... Bravi ragazzi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Appuntamento tutti in piazza Immacolata per scendere in corteo ai festeggiamenti organizzati da Cancello.
La serata è piacevole c'è un clima festoso (era un peccato non organizzare nulla), viene servita un ottima pasta e una fantastica torta preparata dalle donne di Cancello. Devo anche sottolineare l ' impegno di Dino Iuliano che si dimostra sempre disponibile e fondamentale per organizzare gli eventi nel suo paese...bravo Dino!!!!!!
Effettuate le premiazioni e il taglio della torta, noi ragazzi di Migliuso facciamo la sfilata con la Coppa partendo da Nocelle, passando per Cancello,Migliuso ed Angoli ricevendo gli applausi degli abitanti dei rispettivi paesi all' insegna della massima sportività.
I nostri festeggiamenti proseguono per tutta la notte in piazza Immacolata con fiumi di spumante.
Il 22 agosto il signor Pino della Porta invita le due squadre si maschile che femminile ad una cena perfettamente organizzata a casa sua, la festa si protae sino alle 2 di notte, e terminano cosi' le vacanze estive , anche perchè molta gente da lunedi' torna al lavoro, qualche amico che studia o lavora fuori deve rientrare.......si aspettano ormai le prossime vacanze di Natale.
Alleghero' le foto del triangolare non appena le raccogliero tutte, pubblico con questo post la foto scattata il 16 Agosto 2008 e avviso chi intende averne una copia deve rivolgersi a me o a Renato.
L' appuntamento per il Triangolare e' per MIGLIUSO 2009.................."

Angelo Vescio