lunedì 31 marzo 2008

Il punto sulla giornata - 8a RITORNO








Se dovessimo dare un giudizio sommario al team biancazzurro di sicuro potremmo dargli una sufficienza visto che anche a parere delle altre squadre del girone e' giudicata molto forte e preparata ma non si capisce perche' non riesce ad esprimere al meglio queste qualita' e non ci si puo' capacitare per questa alternanza di risultati. Dopo il duro colpo incassato nella giornata prepasquale i falchetti trovano tra le proprie mura una diretta avversaria verso i Play-off che se all'andata gli aveva dato filo da torcere i questa giornata si e' arresa in modo clamoroso subendo l'onta si subire un demoralizzante 5-1. La gara si e' svolta solo sotto una porta e l'attacco biancazzurro a dato finalmente prova di saper bucare la rete avversarsia visto che gia' al termine dei primi 45 minuti era gia' sul 3-0. Ha aperto le danze al 28' il giovane Lucia Paolo e poi con una doppietta negli ultimi minuti (44' e 46') del primo tempo Iuliano dino ha messo il risultato in cassaforte. Nella ripresa arrotonda ancor di piu' il risultato il bomber Cerminara che ancora una volta timbra con un bel gol e dopo solo una manciata di minuti arriva la cinquina di Cantafio solo scalfita dalla sporadica azione in fase d'attacco degli avversari che al 39' riescono a trovare il gol su una punizione da calcio d'angolo.

MAC 3 - Magisano F.F. 5-1
Reti: Lucia P., 2 Iuliano D., Cerminara e Cantafio

Formazione:

1) Fazio Felice '72
2) Talarico Andrea
3) Iuliano Simone
4) Cantafio Giuseppe
5) Cianflone Alessio
6) Critelli Bruno
7) De Santis Alessandro
8) Lucia Paolo
9) Iuliano Dino
10) Fiala' Andrea > < Della Porta
11) Cerminara Angelo > < Iuliano O.

12) Talarico Roberto
13) Lucia Francesco
14) Lucia Gianluca
15) Della Porta Maurizio
16) Iuliano Oscar

17) Mazzei Fabrizio
18) ///

All. Lucchino Francesco

Indisponibili:
Squalificati:


Il PUNTO sul GIRONE "F"

CATANZARO - "Sono ben cinque i gol che il Mac 3 ha rifilato all'ospite di casa, che reagisce solo per istinto con un gol di Pupo. Il Salcamp espugna Miglierina con una doppietta di Scicchitano, rinvigorito dalle vacanze pasquali, non serve a nulla il gol di Cantafio. Il Pontegrande delle stelle batte la Cicalese per tre a due per un solo gol i biancoblù portano a casa i tre punti, Scarpino e doppietta di Anastasi, bella anche la doppietta di Muraca che comunque non aiuta la sua Cicalese. L'Amato conquista i tre punti fuori casa con una doppietta di Molinaro e un buon gol di Guzzi, la Santacroceravolo non riesce a dare il colpo giusto prendere le redini in mano. L'Uesse Catanzaro non perdona e a farne le spese questa volta è il Carrao un tre a uno che lascia l'amaro in bocca ai giocatori del Carrao che tornano a casa senza nulla nella cesta. Moscarino, Moscarino e Masciari gol che lasciano il segno e De Fazio fa il suo gioco ma non è lui a decidere le sorti della gara. Il Petronà vince contro il Vena, Zagarise e Cerva pareggiano. Intanto vola il Pontegrande e dietro segue il Petronà".

r.ca.
Calabria Ora, lunedì 31 Marzo 2008, TERZA CATEGORIA, pag. 49

giovedì 27 marzo 2008

Indovinelli Calabresi

Indovinelli calabresi

L'indovinello è un breve componimento dalle origini remote che ha lo scopo d'intrattenere piacevolmente amici e familiari.
Si trovano validi esempi persino nella Bibbia e si rivela molto suggestivo quello ellenico che riproponiamo.
La Sfinge, che si può ammirare nel deserto di Gizeh ai piedi delle piramidi, rappresenta un leone accovacciato con il volto del Faraone Chefren. L'imponente mostro, scolpito sulla roccia, è simbolo di virilità e di potere.
Dall'antico Egitto la Sfinge passò nel mondo medioasiatico, diffondendosi fino all'ambiente minoico-miceneo.
In Grecia assunse una forma femminile e alata. La mitologia la vuole figlia del serpente Echidna e di Tifone, inviata da Era su un'altura nelle vicinanze di Tebe per punire il re Laio che aveva sedotto Crisippo figlio di Pelope.
Qui la Sfinge imponeva ai viandanti un indovinello: "Qual è l'animale che al mattino cammina con quattro gambe, a mezzodì con due e a sera con tre?". (L'uomo).
Se i malcapitati non riuscivano a rispondere venivano divorati dal mostro. Soltanto Edipo riuscì a risolvere l'enigma e la Sfinge, adirata, ritenendo ormai inutile la sua esistenza, si lanciò dalla rupe uccidendosi.
Per aver liberato la città da quel pericolo, i tibetani riconoscenti offrirono a Edipo il trono e la mano della regina Giocasta.
I Romani, successivamente, tennero in molta considerazione l'aenigma, ovvero l'indovinello, che continuò a diffondersi dappertutto.
Tramandati dai nostri avi, sono numerosi i "'nduvinagghi" che abbiamo raccolto a S. Martino di Taurianova (Reggio Cal.) e che figurano - talvolta con variazioni - negli altri paesi della Piana di Gioia Tauro.
Ne riportiamo alcuni.


    1 - Bellu a vidìri, bellu a 'ccattari1,
    lu lìnchiu2 di carni e lu lasciu stari.
    'A nedu (L'anello)

    2 - Sutta o' ponti di bell'acqua
    'nc'è 'na donna crimentina,
    'nci lùcinu l'occhi comu 'na gatta:
    fìgghiu di rre cu' l'indovina.
    'A 'ngida (L'anguilla)

    3 - Cu' lu fa', lu fa' pe' vìndiri,
    cu' lu 'ccatta3 non 'nci servi,
    cu' 'nci servi no' lu vidi.
    'U tambutu (La bara)

    4 - Nasci grandi e mori pìcciula.
    'A candila (La candela)

    5 - Virdi nasci, virdi pasci, virdi mori.
    'U citrolu (Il cetriolo)

    6 - Haju 'na tafareda4 di cerasi5,
    'a sira 'i menti e 'a matina 'i trasi.
    'U celu stidatu (Il cielo stellato)

    7 - Omani e omani si fa,
    fìmmani e omani puru,
    fìmmani e fìmmani no.
    'A cumpessioni (La confessione)

    8 - Oh chi mamma sbenturata,
    fa' li fìgghi tra li spini,
    cu' la testa 'ncurunata,
    ricamata di rubini.
    'U ficadìndiu (Il fico d'India)

    9 - Quandu 'u patri nasci, 'u fìgghiu fuj6.
    'U focu e 'u fumu (Il fuoco e il fumo)

    10 - Janca muntagna e nigra simenza7,
    'u mastru chi la fa sempri ci penza.
    'A lìttara (La lettera)

    11 - Su' signora d'artu palazzu,
    janca su' e nigra mi fazzu,
    cadu 'n terra e no' m'ammazzu,
    vaju 'n chiesia e luci fazzu.
    'A liva e l'ògghiu (L'oliva e l'olio)

    12 - Si guarda cu' l'occhi e non si tocca cu' 'i mani.
    L'umbra (L'ombra)

    13 - Supra 'na cìpiti cìpiti rrama,
    c'era 'na cìpiti cìpiti acedu8,
    tutta la notti cipitiava:
    cìpiti cìpiti cìpiti rrama.
    'U rivòggiu (L'orologio)

    14 - 'U zzi9 'ndòndulu si curca, 'a zze 'ndòndula cavarca,
    cu' tri parmi 'nci la 'ncarca; jida rrisi10 e jeu 'nci 'a misi
    e se non rridìa non 'ci 'a mentìa.
    'U tripòdi, 'a tiella e 'a pasta (Il treppiede e la pasta che si butta nella
    pentola quando l'acqua bolle)

    15 - Pendìgghiu pendìa, dormìgghiu dormìa,
    cadi pendìgghiu e rispìgghia a dormìgghiu,
    si leva dormìgghiu e si mangia a pendìgghiu.
    'U piru e 'u porcu (La pera e il maiale)

    16 - Nesci cantandu a menzu a du' muntagni.
    'U pìritu (Il peto)

    17 - Cala rridendu e 'nchiana ciangendu.
    'U bbagghiòlu 'nto puzzu (La secchia nel pozzo)

    18 - 'Nc'è 'na cosa longa e storta
    chi a tuttu 'u mundu porta.
    'A strata (La strada)

    19 - Canùsciu tri frati, tutti 'i tri dannati.
    'U tripòdi (Il treppiede)

    20 - Sàcciu 'na cosa chi si chiama Rosa,
    rosa non è: indovina chi jè?
(Ampi servizi di Domenico Caruso sull'argomento sono stati pubblicati su "Calabria Letteraria" - Soveria Mannelli CZ - Anno XLV n. 1/3 Gennaio-Marzo 1997; su "Storicittà" - Lamezia Terme CZ - Anno IX n. 90 - Sett. 2000 e n. 91 Ott./Nov. 2000, nonché su altre riviste).

mercoledì 26 marzo 2008

La donna calabrese: ieri e oggi

La donna calabrese: ieri e oggi

Per i nostri antenati la donna era considerata in condizioni di passiva subalternità nei confronti dell'uomo. La Storia Sacra, addirittura, riporta fin dal suo inizio un episodio non proprio edificante. Verso il 1850 a.C. il Signore disse ad Abramo: "Parti dalla tua terra e vieni nel paese che ti mostrerò. Poi farò di te una grande nazione, ti benedirò e farò grande il tuo nome". A tale invito il semita lasciò la Mesopotamia per trasferirsi in Canaan. Era con lui, unitamente agli altri, la moglie. E stando per entrare in Egitto, Abramo disse a Sara: "So che tu sei una bella donna e che gli Egiziani, appena ti avranno veduto, diranno: - E' sua moglie - e uccideranno me, e lasceranno a te la vita. Di' dunque che sei mia sorella" (Gen.,XII).
Convinse allora la consorte di concedersi al Faraone. In cambio riceverà greggi, armenti, asini, schiavi e cammelli. L'avvenenza femminile, come appare, viene messa a frutto fin dalla Bibbia. Anche nella tradizione popolare calabrese c'imbattiamo spesso in facezie, metafore eufemistiche e domande maliziose:
"Piscinara, chi ti dassàu Patri Gustinu?" (Pescivendola, che cosa t'ha lasciato Padre Agostino?), chiede con ironia l'audace giovane, e la donna di rimando: "Chidu chi 'nci dassàu l'arcipreviti a to' soru!" (Ciò che l'arciprete ha lasciato a tua sorella!).
La forza erotica della donna, è risaputo, non trova paragone con l'uomo:
"Tira cchiù 'nu pilu di fìmmana a la 'nchianata, ca 'nu paricchiu di voi a la calata" (Trascina più un pelo di femmina in salita che un paio di buoi in discesa).
Ma non è questo l'intento del nostro discorso!
Un fantoccio qualsiasi è da preferirsi ad una donna, sostiene un aforisma di San Martino di Taurianova (Reggio Calabria): "Mu jesti omu e puru mu jè di pàgghia". La donna, infatti, ha capelli lunghi e cervello corto: "'A fìmmana 'ndavi i capidi longhi e 'a menti curta". E' ben misera la casa in cui manca un uomo, buono o triste che sia: "Bonu tizzuni e malu tizzuni, amara chida casa chi no' ndi chiudi!".
Un marito dappoco era superiore a qualsiasi amante imperatore: "Mègghiu maritu nipiteda e no' garzu 'mperaturi".
La nascita di una bambina costituiva motivo di preoccupazione per numerosi genitori, in quanto occorreva predisporre il corredo nuziale: "'A fìgghia 'nda fàscia e 'a doti 'nda càscia". (La figlia in fasce e la dote nel baule).
Venivano privilegiati i maschietti che - oltretutto - garantivano la continuità del casato: "Aundi 'nc'è omu 'nc'è nomu". (Dove c'è uomo c'è nome).
La virilità era una prerogativa indispensabile per gli uomini: "Diu mu ti lìbara di l'òmani spani e d''i fìmmani barvuti!". (Dio ti scansi dagli uomini imberbi e dalle donne barbute!).
Gli incarichi di responsabilità venivano affidati al sesso maschile, alle donne non era permesso accedere a tante cariche pubbliche. All'uomo si confaceva il fucile come al gentil sesso la calza: "All'omu 'a scupetta, a' fìmmana 'a cazetta".
Si diceva ancora a S. Martino, come in altre località calabresi:
"Se voi vidìri 'a bella massara, guàrdala quandu smìccia la lumera".(La vera massaia si rivela intenta ai lavori domestici da mane a sera, fino al lume di candela). La passività imposta rendeva vulnerabile e bisognosa di protezione ogni donna: "'A fìmmana senza statu è comu 'u pani senza lavatu". (La nubile è come il pane senza lievito). Di conseguenza, il matrimonio si celebrava molto presto: "A quindici anni 'a mariti o 'a scanni". (A quindici anni la donna dovrà accasarsi).
Le virtù delle figlie si misuravano dal luogo di provenienza: "La fìmmana com'è faci li cosi, lu focu di chi jè faci li brasi". (Dalle opere si giudica la stirpe, come dalla brace la legna). Ma se il matrimonio procurava dignità, era pur vero che la fortuna della famiglia dipendeva dalla donna: "'A fìmmana faci e 'a fìmmana spaci 'a casa". Non c'era da fidarsi delle donne che perdevano tempo fuori casa: "'A fìmmana chi va' fora no' tila e no' lenzola". (Chi va in giro non disbriga alcun corredo). Era, pertanto, da punire severamente colei che si allontanava senza motivo dalle mura domestiche: "A' fìmmana chi anda, rruppinci la gamba!").
Gli occhi rappresentano ancora la finestra dell'anima: "'A fìmmana vana si canusci all'occhi, l'omu mortu di fami a li stendicchi". (La vanità femminile traspare dagli occhi, l'uomo affamato dagli stiracchiamenti).
La natura può privilegiare una donna facendola nascere graziosa: "Cu' nasci bella nasci maritata". (Non ci sono difficoltà per una bella a trovare marito).
In passato si consigliava di preferire l'avvenenza femminile al danaro: "Se ti mariti pìgghiati 'na bella e no' 'na brutta cu' 'rrobba e dinari: la 'rrobba si 'ndi va' all'acqua e allu ventu, la bella resta e ti la poi prejari". (Le ricchezze andranno dissipate, ma una bella consorte si può ammirare ed amare per sempre).
Una mogliettina carina, inoltre, era motivo di orgoglio: "Cu' havi dinari pocu sempri cunta, cu' 'ndavi 'a muggheri bella sempri canta".
Così i nostri avi più fortunati che lavoravano fuori, lontani da casa, rientravano volentieri a fine settimana per abbracciare la loro amata: "Lu sabatu si chiama allegra cori pe' li muggheri di li foritani: a cu' l'avi bella 'nci allegra lu cori, cu l'avi brutta chi nci torna a fari?".
Ed infine, non c'è rimedio per le megere: "La brutta quand'è brutta di natura, hai vògghia pemmu fai lu strica e lava; la bella quand'è bella di natura, cchiù sciamparata (disordinata) va' e cchiù bella pari!".
"No comment" in quanto le donne calabresi sono meravigliose!


Domenico Caruso

Storia e Folklore Calabrese


martedì 25 marzo 2008

Orgogliosi di essere Calabresi...

SEI CALABRESE SE...

  • sei calabrese se pur non avendo un lavoro e un euro in tasca offri il caffè al bar ai tuoi amici!
  • sei calabrese quando ti lamenti sempre della tua città e quando sei fuori la vanti come se fosse il paese delle meraviglie!!!
  • sei calabrese se quando vivi fuori, almeno 1 volta al mese ricevi il pacco che ti manda tua madre da giù con tutte le cose tipiche!
  • sei calabrese se ami la tua terra e ti fai le vacanze nei tuoi posti di mare
  • sei calabrese se, pur vivendo al Nord da dieci anni, non hai perso una virgola del tuo meraviglioso accento!!( puru ca tutti ti pijjianu po' culu!)
  • sei calabrese se trovi un portafoglio per terra e ti futti tutti li sordi..(e puru u borsellinu si è bonu)
  • sei calabrese se parcheggi la macchina in quinta fila e dopo ti lamenti pure perché ti hanno fatto la multa
  • sei calabrese se per fare 100 metri prendi la macchina!!!!
  • sei calabrese se già quando hai un anno sai ballare la tarantella e suonare il tamburello
  • sei calabrese se hai la marmitta modificata e i neon blu nella macchina
  • sei calabrese se abiti in un paesino di 4000 abitanti e conosci tutti
  • sei calabrese se ad ogni rumore che senti ti affacci a vedere chè è successo
  • sei calabrese se parli con tutti e gridi anche se la persona a cui parli ti sta a 10 cm di distanza
  • sei calabrese se vai al militare perché non sai che fare del tuo futuro
  • sei calabrese se dopo 3 ore che conosci una persona la inviti a casa tua per le vacanze estive
  • sei calabrese se parcheggi la macchina ai parcheggi abusivi e per te è tutto normale
  • sei calabrese se al parcheggiatore abusivo dai 50 cent "quantu mi to cacci davanti"
  • sei calabrese se trovi normale vedere 3 ragazzi che vanno in giro tutti su uno scooter
  • sei calabrese se almeno una volta nella vita sei stato raccomandato!!!
  • sei calabrese se quando vai in macchina alzi la musica a palla
  • sei calabrese se commenti quello di prima con la frase: KI ZARRU!!
  • sei calabrese se quando incontri fuori dalla calabria un tuo concittadino che non avevi mai cagato in città, ci parli come se usciste insieme da una vita!
  • sei calabrese quando dici di non essere permaloso e ti incazzi ad ogni appunto che ti fanno!
  • sei calabrese quando vivi al nord e almeno una volta al giorno ti viene nostalgia della tua terra e della sua gente!
  • sei calabrese se ridi anche nelle situazioni drammatiche e fai divertire la gente
  • sei calabrese se vai al Nord per lavorare per la tua famiglia
  • sei calabrese se ti fai in quattro per fare un favore ad un amico
  • sei calabrese se lavori a nero pure tutta la vita
  • sei calabrese se passi l’estate tra disco e sagre di paese
  • sei calabrese se il sabato sera vai a ballare solo se hai gli omaggi
  • sei calabrese se hai sempre un sorriso e un consiglio per gli amici
  • sei calabrese se ti chiamano “terrone” al Nord e non ti offendi, anzi…
  • sei calabrese se hai un soprannome che ti danno gli amici del paese
  • sei calabrese se in estate la prima volta che ti abbronzi, ti ustioni e spelli
  • Ma sei calabrese soprattutto quando non ti vergogni della tua terra e ricordi sempre il luogo dove sei nato. Quando la esalti per il mare e la buona cucina, il sole caldo anche d’inverno, per l’ospitalità della gente e per tutte le bellezze che la rendono una terra splendida!!!
ORGOGLIOSI DI ESSERE CALABRESI... e sei anche calabrese se dopo aver letto queste righe non vedi l’ora di mandarle a tutti gli amici e magari a farne una copia da appendere in camera.

MAC 3 - Mascotte

Diamo un nome alla nostra mascotte...


domenica 23 marzo 2008

Buona Pasqua




Serene festività Paquali nell'augurio che ogni giorno sia per tutti noi la resurrezione dei valori umani nei nostri cuori!

sabato 22 marzo 2008

Meliusum - Ditti Antichi

Ripercorriamo le nostre origini con i proverbi...

"DITTI ANTICHI" terza parte
(u dittu e l’anticu un vene menu mai)

  • A CUDA ULLA SCURCI MAI
    La finitura del lavoro e' meno faticosa ma molto piu' lunga.
  • ACQUA AVANTI E VIENTU APPRIESSU
    Vento e pioggia ti accompagnino. Augurio a coloro che ci vogliono lasciare.
  • A GULLANA FA LLA FIMMINA PUTTANA E L'UOMU LATRU
    La cattiva compagnia fa diventare l'uomo ladro e la donna puttana.
  • A CUMPAGNIA TE PORTA A MALA VIA
    Il frequentare la compagnia potrebbe rovinarti.
  • A CCHINE ME DUNA NNA VOTA DE MUSTU IO CCE LU RIENDU DE VINU CHIARU, A CCHINE U MME DUNA NNA URA DE GUSTU IO CCE LU RIENDU DE CHIANTU AMARU
    A chi mi da del mosto io gli rendo vino. A chi non mi da gioia io gli daro' pianto amaro.
  • AD APRILE JETTA U MANDILE
    In aprile butta via il mantello (L'inverno e' gia' passato).
  • FACCE NUN GUARDATA CCHIU DE LATRE E' DISIJATA
    Quello che non riesci a vedere lo desideri di piu' (Il viso che non vedi).
  • A VURPE CACCIA SEMPRE LUNTANA DA TANA
    La volpe caccia sempre lontana dalla sua tana.
  • A FHAME CACCIA LLU LUPU DA TANA
    Quando il lupo lascia la tana e' solo per fame.
  • FIMMINA E RAZZA SIN'A CINQUANTA PORTA MBRAZZA
    La donna di razza fino a 50 anni e' ancora fertile.
  • A FORZA A VO LLU VOI
    Il bue deve avere la forza. (L'uomo l'intelligenza).
  • A GALLINA FA LL'UOVU E ALLU GALLU LE VRUSCJIA LLU CULU
    La gallina fa l'uovo e il gallo si lamenta. Si dice quando tu lavori e chi ti sta a guardare avvisa stanchezza.
  • A GALLINA CECATA PURU ALLU SCURU SCAVINIJA
    Per la gallina cieca non c'e' differenza tra il giorno e la notte (Si dice a quelle donne che non finiscono mai di lavorare).
  • A GATTA PRESCIAROLA FA LLI FIGLI UORVI
    La gatta frettolosa fa i micini senza occhi (la fretta fa dimenticare qualcosa).
  • U GATTU CHE MPARATU ALLU LUCIGNU UN SI NDE CURA SI UN SE VRUSCJIA L'UGNE
    Il gatto abituato al fuoco non si sposta anche se si brucia le unghie (Chi e' abituato al rischio non cambia anche quando si scotta).
  • AGUSTU FHA LLE LITTERE E SETTEMBRE E LEJE
    Agosto scrive lettere e settembre le legge (In Agosto si odono tuoni in lontanaza senza temporali ed in settembre i temporali arrivano senza preavviso).

lunedì 17 marzo 2008

Il punto sulla giornata - 7a RITORNO

Finiscono i sogni di gloria per la compagine dei tre paesi che oltre a perdere partita e corsa ai play-off perde anche la testa. A termine della partita nello spogliatoio biancazzurro si creano tensioni tra compagni che degenerano in qualche modo con qualche parola fuori luogo. Non si capisce proprio da cosa sia causato questo deterioramento all'interno della squadra che ormai a toccato il fondo e dal quale rimettendo a posto i cocci la societa' dovra' ripartire a costruire la squadra per il prossimo anno. Anche perche' ormai per i falchetti questo campionato a ben poco da chiedere visto che mancano solo sei partite e la distanza dalla zona play-off e' ormai lontana di 7 lunghezze, ma con una Cicalese in buona forma ed una Uesse Catanzaro che se pur reduce da una sconfitta in quest'ultima giornata e' la vera sorpresa di questo ultimo scorcio di campionato. Tornando alla partita bisogna dare un plauso alla compagine gialloblu di Amato che ha saputo sfruttare le occasioni occorse sfruttando un'autorete di Felicetti ed una punizione dal limite per mettere in cassaforte il risultato soltanto attenuato dalla rete biancazzurra del bomber Cerminara che da quando e' tornato sta facendo incetta di gol.


Amato - MAC 3 2-1
Reti: Cerminara

Formazione:

1) Iuliano Marco
2) Talarico Andrea
3) Lucia Gianluca
4) Iuliano Simone
5) Critelli Bruno
6) Felicetti Bernardino
7) Mancuso Antonio
8) Fiala' Andrea
9) Cerminara Angelo
10) Lucia Paolo
11) Di Giorgio Gianni

12) Talarico Roberto
13) Iuliano Dino
14) Della Porta Maurizio
15) Matarazzo Francesco
16) Vescio Salvatore

17) Sinopoli Antonio
18) De Santis Alessandro

All. Lucchino Francesco

Indisponibili: Iuliano O., Iuliano A., Fazio Felice '72, Fazio Felice '68, Scalise Giuseppe e Galluzzi
Squalificati: Cantafio e Cianflone


Il PUNTO sul GIRONE "F"


giovedì 13 marzo 2008

Meliusum - U 'mpiernu

U mpiernu

JIVI ALLU MPIERNU E DISSI AIUTU AIUTU

TUTTI CURRIERU CCU’ LLIGNA SICCATI

E CHINE M’ASPETTAVA LLU CCHIU’ AIUTU

CHILLU E’ VENUTU LU CCHIU’ CCARRICATU

Cuore di "Migliusaru"

NELLA NOSTRA CULTURA CI DEFINIAMO SEMPRE PERSONE BUONE (gente e core) NEL SENSO CHE SIAMO SEMPRE OSPITALI E PRONTE A DARE UNA MANO A CHI NE HA BISOGNO. MA… NELLO STESSO TEMPO QUANDO ABBIAMO BISOGNO PRETENDIAMO DA COLORO CHE ABBIAMO AIUTATO LA STESSA DISPONIBILITA’ CHE NOI ABBIAMO DATO SENZA PENSARE SE QUESTI SONO O NO NELLE CONDIZIONI DI POTERCI AIUTARE. PER QUESTO SPESSO SIAMO DIFFIDENTI E PENSIAMO DI RICEVERE MALE PROPRIO DALLE PERSONE ALLE QUALI ABBIAMO FATTO DEL BENE.
COSI’ COME IN QUESTA FILASTROCCA CHE RECITAVA MIA MADRE QUANDO ERA IN DIFFICOLTA E SI ASPETTAVA AIUTO DA CHI IN PRECEDENTEMENTE AVEVA AIUTATO.
(si un mm”aiuti mancu mu me scollicini)

lunedì 10 marzo 2008

Il punto sulla giornata - 6a RITORNO

Il team biancazzurro ritrova morale e vittoria battendo in una bella ed entusiasmante partita la compagine presilana del Cerva con un soddisfacente 2-1.

MAC 3 - Cerva 2-1
Reti:

Formazione:

1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
9)
10)
11)

12)
13)
14)
15)
16)

17)
18)

All. Lucchino Francesco

Indisponibili:
Squalificati:


Il PUNTO sul GIRONE "F"

Il Petrona' riaggancia la vetta della classifica

CATANZARO - "Dopo la vittoria nel recupero settimanale, il Petrona' aggancia alla vetta della classifica la Nuova pontegrande; espugnato il campo dello Zagarise per 2-1, grazie ad una splendida doppietta di Bizantini. la Nuova Pontegrande ha superato senza problemi il Carrao, grazie al solito Caracciolo, autore di una bella doppietta. Il Vena continua l'inseguimento ai vertici con una vittoria di peso (6-0) ai danni di un impassibile Santacroceravolo, in una partita piena di emozioni. Parita' tra l'Uesse Catanzaro e l'Amato. 1-1 il risultato con qualche polemica nel dopo partita. Goleada della Cicalese sul campo del Miglierina, in una partita senza sosta in cui e' prevalsa nettamente la forza dei giallorossi. 9-0 il risultato finale con le doppiette di Muraca Ferdinando e Ambrosio Giuseppe. Perde a tavolino, invece, il Magisano che, privo di un campo sul quale disputare le gare, non e' riuscito a trovare un altro terreno da gioco. Vittoria dunque per il Salcamp che arriva a quota 20 in classifica. Trova la vittoraia anche la Mac 3 ai danni di uno sfortunato Cerva, in una bella partita conclusasi sul risultato di 2-1".

gio.be.
Calabria Ora, lunedì 10 Marzo 2008, TERZA CATEGORIA - Pag. 49

Avviso

"Chiedo scusa se nell'ultimo periodo il blog non e' stato aggiornato, ma per motivi logistici l'unico amministratore non ha avuto la possibilita' di reperire ed inserire le notizie occorse.
Nel scusarmi chiedo un po' di pazienza e comprensione per questi relativi problemi."
Antonino Della Porta